MILANO - Il debutto di Mario Draghi a capo della Banca centrale europea non passa sotto tono né all'insegna del 'basso profilo' su cui scommettevano mercato e analisti.
Con una decisione "unanime" del consiglio, spiega il neo-governatore di fronte a una platea di giornalisti particolarmente folta, Francoforte ha optato per un intervento espansivo sui tassi, ipotesi su cui scommetteva una ristretta minoranza degli analisti.
A monte del verdetto sui tassi, che ha portato il costo del denaro per i diciassette Paesi euro da 1,50% a 1,25%, l'ulteriore peggiormaneto dello scenario macro dal lato della crescita - lo spettro di "moderata recessione" - unito a rischi invece sostanzialmente bilanciati sul versante inflazione.
"Una vera sorpresa: la nostra attesa era di un taglio non prima di dicembre" commenta l'economista capo di Commerzbank, Joerg Kraemer.
"E' la prova di quanto preoccupati siano i garanti della valuta: stanno prendendo sul serio i rischi della crisi del debito. Che il nuovo presidente accetti da subito l'etichetta di 'colomba' indica la gravità della situazione" aggiunge.
A fronte di rischi 'sostanzialmente bilanciati' sull'inflazione, decisamente più angoscianti le prospettive per la congiuntura su cui si sofferma Draghi.
"Quello che al momento osserviamo è una crescita lenta destinata a moderata recessione" dice il presidente.
Mentre a Cannes si riuniscono i leader dei G20, il dossier Grecia si fa sempre più scottante dopo l'ipotesi - peraltro assai controversa - di convocare un referendum sul secondo pacchetto degli aiuti internazionali, dalle dure condizioni in termini di costi sociali.
"La Grecia è un caso eccezionale, unico" si premura di sottolineare il nuovo numero uno Bce.
La soluzione del problema greco, lascia chiaramente intendere, spetta comunque alla politica.
Particolarmente incalzanti le domande della stampa, non soltanto italiana, sulle prospettive per il programma Bce di acquisto di governativi sul mercato.
Iniziati l'8 agosto scorso, gli acquisti di carta italiana da parte delle banche centrali sono riusciti soltanto in parte a contenere l'accelerazione verticale dei rendimenti della 'periferia' europea, portando gli spread su Germania al record dalla nascitadell'unione monetaria.
Su questo punto particolarmente delicato, Draghi non può che attenersi alla più che consolidata tradizione Bce, che impone di fare dell'indipendenza una bandiera della banca centrale.
Tre le caratteristiche del programma di sottoscrizione di governativi sul secondario, puntualizza il banchiere italiano, la natura temporanea, l'importo limitato e la funzionalità al generale orientamento di politica monetaria.
"Nessuno ci costringe a fare nulla. Siamo indipendenti nel prendere le decisioni. Questo è quanto" risponde a chi gli chiede se la Bce sarà "costretta" a sottoscrivere Btp italiani per un periodo prolungato.
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