Rischia di fallire il tentativo di far cadere il governo. Sfuma l'ipotesi di esecutivo tecnico e i malpancisti traballano
Un passo indietro, due in avanti, ancora uno indietro. E poi i se e i ma. Nella pattuglia dei possibili traditori della maggioranza le idee sono poche e confuse. Soprattutto prevale la paura di aver sbagliato i calcoli e la tempistica. Perché il governo Berlusconi è come i gatti, ha sette vite e ancora non le ha esaurite. E più passano le ore dalla famosa lettera dei dissidenti Pdl che annunciano il passaggio all’opposizione, più l’esito del golpe sembra incerto. Chi ha inventato e innescato questa crisi in coincidenza con il vertice dei grandi del mondo ha già raggiunto lo scopo:innescare sfiducia nei confronti dell’-Italia, creare altre difficoltà alla delegazione che stava trattando con alleati e Banca centrale. Berlusconi ha cercato di tranquillizzare i partner europei a modo suo, cioè dicendo verità banali tipo che l’Italia non è sull’orlo del baratro tanto che i ristoranti e gli aerei sono sempre pieni. Apriti cielo, le opposizioni sono insorte. Come se l’unica Italia che ha diritto di esistere sia quella raccontata da Santoro e soci e l’altra,quella reale e maggioritaria, dovesse scomparire. A fatica, ma l’Europa crede ancora in questo Paese e nel suo governo. Abbiamo dato disponibilità a far vedere al Fondo monetario i nostri conti. Non abbiamo nulla da nascondere. Anzi. La scaletta degli interventi da fare ora ha scadenze precise (le pubblichiamo all’interno) e altri, non il governo, dovranno prendersi la responsabilità di non rispettarli.

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