Roma, 22 feb. (TMNews) - Muammar Gheddafi non è scappato in Venezuela, non intende cedere il potere, e ha chiesto al popolo della Libia di domare la rivolta sterminando i "ratti e drogati" assoldati dagli stranieri. Così il leader libico, in un lungo discorso alla televisione di Stato, ha cercato di serrare le fila dei suoi sostenitori: il colonnello ha fatto leva sull'orgoglio nazionale e tribale, con una dimostrazione di forza che però ha fatto anche comprendere la gravità della ribellione in corso. Una ribellione che secondo alcune fonti sarebbe costata la vita già a oltre mille persone.
Avvolto in un caffetano marrone chiaro, con scialle e turbante, Gheddafi si è rivolto al popolo dall'ex palazzo presidenziale, bombardato dagli aerei statunitensi nel 1986. Nella prima parte del discorso il rais è apparso nervoso e ha gridato con rabbia per quasi 20 minuti: "Gheddafi non ha incarico per essere dimesso, è il leader della rivoluzione", ha subito messo in chiaro, ricordando la ex potenza coloniale: "L'Italia, allora un grande impero, si è trovata sconfitta di fronte alla Libia - ha detto Gheddafi - io sono un lottatore, ho sempre lottato per una rivoluzione storica". Il colonnello ha anche accusato Italia e America di aver armato con razzi rpg i ribelli di Bengasi.
"Uscite dalle vostre case, andate a sterminare questi ratti", ha urlato il rais, quasi cercando di recuperare un consenso popolare ormai incerto. "Io vi ho restituito il petrolio, prima il 90% se lo portavano via gli stranieri" ha aggiunto sempre con tono furioso, "oggi il mondo conosce la Libia, tutti i popoli africani considerano la Libia una guida, tutti i grandi del mondo vengono a Tripoli e Bengasi". "Volete che gli americani occupino il Paese come hanno fatto in Somalia e Afghanistan?", ha insistito, accusando poi i ribelli di essere come terroristi di Al Qaida.
Dopo le voci riguardo presunti aiuti italiani al governo libico, Palazzo Chigi si è affrettato a smentire: "Sono totalmente false, provocatorie e prive di fondamento". Per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le violenze in Libia devono cessare. In serata si è appreso di una telefonata fra Berlusconi e Gheddafi, successiva al discorso, in cui il premier ha "seccamente smentito" che l'Italia abbia armato con razzi i ribelli.
Intanto centinaia di italiani sono tornati in patria con voli speciali. La nave della marina militare Francesco Mimbelli è salpata da Taranto per posizionarsi al largo delle coste libiche. Si tratta di un cacciatorpediniere lanciamissili con un equipaggio di circa 400 persone, specializzata nella difesa dello spazio aereo.
Avvolto in un caffetano marrone chiaro, con scialle e turbante, Gheddafi si è rivolto al popolo dall'ex palazzo presidenziale, bombardato dagli aerei statunitensi nel 1986. Nella prima parte del discorso il rais è apparso nervoso e ha gridato con rabbia per quasi 20 minuti: "Gheddafi non ha incarico per essere dimesso, è il leader della rivoluzione", ha subito messo in chiaro, ricordando la ex potenza coloniale: "L'Italia, allora un grande impero, si è trovata sconfitta di fronte alla Libia - ha detto Gheddafi - io sono un lottatore, ho sempre lottato per una rivoluzione storica". Il colonnello ha anche accusato Italia e America di aver armato con razzi rpg i ribelli di Bengasi.
"Uscite dalle vostre case, andate a sterminare questi ratti", ha urlato il rais, quasi cercando di recuperare un consenso popolare ormai incerto. "Io vi ho restituito il petrolio, prima il 90% se lo portavano via gli stranieri" ha aggiunto sempre con tono furioso, "oggi il mondo conosce la Libia, tutti i popoli africani considerano la Libia una guida, tutti i grandi del mondo vengono a Tripoli e Bengasi". "Volete che gli americani occupino il Paese come hanno fatto in Somalia e Afghanistan?", ha insistito, accusando poi i ribelli di essere come terroristi di Al Qaida.
Dopo le voci riguardo presunti aiuti italiani al governo libico, Palazzo Chigi si è affrettato a smentire: "Sono totalmente false, provocatorie e prive di fondamento". Per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le violenze in Libia devono cessare. In serata si è appreso di una telefonata fra Berlusconi e Gheddafi, successiva al discorso, in cui il premier ha "seccamente smentito" che l'Italia abbia armato con razzi i ribelli.
Intanto centinaia di italiani sono tornati in patria con voli speciali. La nave della marina militare Francesco Mimbelli è salpata da Taranto per posizionarsi al largo delle coste libiche. Si tratta di un cacciatorpediniere lanciamissili con un equipaggio di circa 400 persone, specializzata nella difesa dello spazio aereo.
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