La Ue: ascoltare i manifestanti, evitare le violenze
ROMA - E' di due morti e una quarantina di feriti, al momento, il bilancio degli scontri avvenuti la scorsa notte nella città libica di Bengasi fra manifestanti e polizia. Il quotidiano Quryna definisce i dimostranti «sabotatori». Il giornale scrive che i feriti sono «tre sabotatori e dieci membri delle forze dell'ordine», fra i quali «vi sono alcuni feriti gravemente». Fonti ospedaliere parlano invece di feriti leggeri. Secondo testimoni, la polizia è intervenuta per disperdere i dimostranti, dopo che questi si erano scontrati con manifestanti pro-Gheddafi. I "sabotatori" chiedevano il rilascio del presidente di un'associazione di parenti delle vittime di un massacro in carcere del 1996.
La Ue: ascoltare i manifestanti. L'alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton ha lanciato un appello alle autorità libiche perchè diano ascolto «alle richieste dei manifestanti e alle voci della società civile». Attraverso la sua portavoce, Maja Kocijancic, la Ashton chiede alle autorità libiche di «permettere la libera espressione» delle opinioni e delle manifestazioni e lancia un appello perchè prevalga la calma e «siano evitate tutte le violenze».
Il governo libico rilascerà 110 detenuti membri di un gruppo islamico fuorilegge, il Gruppo combattente islamico libico, secondo quanto rivela un'associazione per i diritti umani. Si tratta degli ultimi membri del gruppo, che lo scorso anno abiurò la violenza, a trovarsi ancora in carcere, ha detto Mohamed Ternish, presidente dell'Associazione libico per i diritti umani.
La Ue: ascoltare i manifestanti. L'alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton ha lanciato un appello alle autorità libiche perchè diano ascolto «alle richieste dei manifestanti e alle voci della società civile». Attraverso la sua portavoce, Maja Kocijancic, la Ashton chiede alle autorità libiche di «permettere la libera espressione» delle opinioni e delle manifestazioni e lancia un appello perchè prevalga la calma e «siano evitate tutte le violenze».
Il governo libico rilascerà 110 detenuti membri di un gruppo islamico fuorilegge, il Gruppo combattente islamico libico, secondo quanto rivela un'associazione per i diritti umani. Si tratta degli ultimi membri del gruppo, che lo scorso anno abiurò la violenza, a trovarsi ancora in carcere, ha detto Mohamed Ternish, presidente dell'Associazione libico per i diritti umani.
Nessun commento:
Posta un commento