di: MAURIZIO MOLINARI, CORRISPONDENTE DA NEW YORK - La Stampa.it (6 maggio 2010)
Da Christie’s guadagna il record delle vendite all’asta, da Sotheby’s delude e al Metropolitan Museum attira migliaia di appassionati: a Manhattan questi sono i giorni di Pablo Picasso, i cui dipinti fanno scaturire emozioni opposte. Ad esultare è la casa d’aste Christie’s che al termine di un’offerta pubblica durata appena 9 minuti ha venduto l’opera Nudo, foglie verdi e busto per 106,5 milioni di dollari raggiungendo la cifra-record per questo tipo di vendite che finora apparteneva a L’uomo che cammina I di Alberto Giacometti, assegnato ad un anonimo compratore lo scorso febbraio da Sotheby’s a Londra per 104,3 milioni di dollari.
«Siamo in estasi per il risultato» ha ammesso Conor Jordan, responsabile per l’arte moderna e impressionista di Christie’s a New York, parlando a getto dopo un’asta iniziata sulla base di una stima fra i 70 e 90 milioni che ha visto otto concorrenti cimentarsi nella sfida - alcuni presenti di persona altri al telefono - per ridursi a solo due sfidanti superata quota 88 milioni con l’ultimo rilancio a 95 milioni e l’assegnazione «venduto» a quota 106,5 milioni. A prevalere è stato uno dei acquirenti al telefono. «E’ un esito spettacolare che dimostra la grande fiducia del mercato e l’entusiasmo con cui riceve opere d’arte della qualità più alta» ha aggiunto Jordan, riferendosi al dipinto che ritrae la musa e amante di Picasso, Marie-Therese Walter, e che finora era stato esibito negli Stati Uniti solo una volta, nel 1961. Anche gli altri lotti della Brody Collection (da cui proveniva la tela di Picasso) hanno fatto faville. Eccezionali prezzi hanno spuntato tre sculture in bronzo di Alberto Giacometti: Grande testa minuta (1954-55) è stata pagata 53.282.5000 di dollari, La mano (1947) 25.842.500 dollari e Il gatto (1954) 20.802.500 dollari. A conferma di quanto l’inquieto artista svizzero sia in grado con Picasso di attrarre i collezionisti.
Ben diverso lo stato d’animo della rivale Sotheby’s che aveva messo all’asta a pochi isolati di distanza opere d’arte per 61,3 milioni di dollari che sono rimaste però in gran parte invendute a causa di mancanza di offerte per i lavori proprio di Pablo Picasso, oltre che di Alberto Giacometti. Ciò che ha più sorpreso gli appassionati del settore è che nessuno si sia fatto avanti per i 16 milioni di dollari che erano stati assegnati al ritratto della figlia Maya che Picasso dipinse nel 1938. Il pezzo più importante venduto da Sotheby's infatti è stato un dipinto in bianco-nero di Piet Mondrian, Composizione in Bianco e Nero, con Doppie Righe, che è stato aggiudicato a 9,2 milioni di dollari pari al triplo del prezzo iniziale.
Pur avendo venduto 29 dei 36 capolavori messi all’asta - incluse opere di Camille Pissarro, Claude Monet e Pierre August Renoir - la delusione per il mancato risultato su Picasso si è fatta sentire. «Siamo ovviamente molto dispiaciuti per come è andata sul Picasso - ha ammesso Simon Shaw, capo del dipartimento di arte moderna e impressionista di Sotheby’s - ma ci troviamo in un momento dove è ancora difficile calibrare il valore dell’arte molto importante». Che abbia ragione Shaw oppure Jordan sull’orientamento della ristretta élite di compratori di capolavori, a suggerire come la passione popolare per Picasso sia palbabile sono le lunghe file sulle scale del Metropolitan Museum, dove fino ad agosto viene esposta al pubblico una collezione di opere del pittore spagnolo che incudle fra l’altro Au Lapin Agile del 1902, il ritratto di Gertrude Stein del 1906, l’autoritratto del 1900 e Nudo seduto di Muskeeter che fu realizzato circa 70 anni dopo.
Da Christie’s guadagna il record delle vendite all’asta, da Sotheby’s delude e al Metropolitan Museum attira migliaia di appassionati: a Manhattan questi sono i giorni di Pablo Picasso, i cui dipinti fanno scaturire emozioni opposte. Ad esultare è la casa d’aste Christie’s che al termine di un’offerta pubblica durata appena 9 minuti ha venduto l’opera Nudo, foglie verdi e busto per 106,5 milioni di dollari raggiungendo la cifra-record per questo tipo di vendite che finora apparteneva a L’uomo che cammina I di Alberto Giacometti, assegnato ad un anonimo compratore lo scorso febbraio da Sotheby’s a Londra per 104,3 milioni di dollari.
«Siamo in estasi per il risultato» ha ammesso Conor Jordan, responsabile per l’arte moderna e impressionista di Christie’s a New York, parlando a getto dopo un’asta iniziata sulla base di una stima fra i 70 e 90 milioni che ha visto otto concorrenti cimentarsi nella sfida - alcuni presenti di persona altri al telefono - per ridursi a solo due sfidanti superata quota 88 milioni con l’ultimo rilancio a 95 milioni e l’assegnazione «venduto» a quota 106,5 milioni. A prevalere è stato uno dei acquirenti al telefono. «E’ un esito spettacolare che dimostra la grande fiducia del mercato e l’entusiasmo con cui riceve opere d’arte della qualità più alta» ha aggiunto Jordan, riferendosi al dipinto che ritrae la musa e amante di Picasso, Marie-Therese Walter, e che finora era stato esibito negli Stati Uniti solo una volta, nel 1961. Anche gli altri lotti della Brody Collection (da cui proveniva la tela di Picasso) hanno fatto faville. Eccezionali prezzi hanno spuntato tre sculture in bronzo di Alberto Giacometti: Grande testa minuta (1954-55) è stata pagata 53.282.5000 di dollari, La mano (1947) 25.842.500 dollari e Il gatto (1954) 20.802.500 dollari. A conferma di quanto l’inquieto artista svizzero sia in grado con Picasso di attrarre i collezionisti.
Ben diverso lo stato d’animo della rivale Sotheby’s che aveva messo all’asta a pochi isolati di distanza opere d’arte per 61,3 milioni di dollari che sono rimaste però in gran parte invendute a causa di mancanza di offerte per i lavori proprio di Pablo Picasso, oltre che di Alberto Giacometti. Ciò che ha più sorpreso gli appassionati del settore è che nessuno si sia fatto avanti per i 16 milioni di dollari che erano stati assegnati al ritratto della figlia Maya che Picasso dipinse nel 1938. Il pezzo più importante venduto da Sotheby's infatti è stato un dipinto in bianco-nero di Piet Mondrian, Composizione in Bianco e Nero, con Doppie Righe, che è stato aggiudicato a 9,2 milioni di dollari pari al triplo del prezzo iniziale.
Pur avendo venduto 29 dei 36 capolavori messi all’asta - incluse opere di Camille Pissarro, Claude Monet e Pierre August Renoir - la delusione per il mancato risultato su Picasso si è fatta sentire. «Siamo ovviamente molto dispiaciuti per come è andata sul Picasso - ha ammesso Simon Shaw, capo del dipartimento di arte moderna e impressionista di Sotheby’s - ma ci troviamo in un momento dove è ancora difficile calibrare il valore dell’arte molto importante». Che abbia ragione Shaw oppure Jordan sull’orientamento della ristretta élite di compratori di capolavori, a suggerire come la passione popolare per Picasso sia palbabile sono le lunghe file sulle scale del Metropolitan Museum, dove fino ad agosto viene esposta al pubblico una collezione di opere del pittore spagnolo che incudle fra l’altro Au Lapin Agile del 1902, il ritratto di Gertrude Stein del 1906, l’autoritratto del 1900 e Nudo seduto di Muskeeter che fu realizzato circa 70 anni dopo.
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