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martedì 4 maggio 2010

Un delitto dopo l'altro: è il TG, bellezza

di: Giorgio De Simone - Avvenire (28-04-2010)

Non credo di essere il solo a venire sempre più colpito dalla pervicacia con cui, ad opera di tutti i telegiornali, senza sosta o remissione, a pranzo e a cena, ci vengono ammanniti i delitti e i misfatti di giornata: persone mutilate i cui resti sono trovati sparsi nelle discariche, corpi irriconoscibili, scheletri dissepolti e via orrorizzando in un campionario quotidiano di cui, giusta il titolo di un film di Scola del 1970, «Tutti i particolari in cronaca», non ci viene risparmiato (anzi) un solo dettaglio. È la cronaca, certo. Che di catastrofi è piena: l’incidente aereo di Smolensk che decapita più di mezza classe di governo polacca; la valanga che in Val Venosta travolge un treno ipertecnologico inzeppandolo di morti e feriti; il terremoto in Cina e quant’altro ancora.
Non si finisce mai ed è vero: dal mondo tu ti aspetti la tragedia quotidiana. Che immancabile arriva. Ma alla quale, come invidiandone il fragore, la cronaca domestica subito sovrappone il suo horror quotidiano.

Necessario? Per noi no certo, ma per le tivù sì. Ben sapendo che più il delitto si alimenta di oscurità e sangue più fa crescere la voglia morbosa di sapere, le tivù lo servono con l’antipasto. Il crimine fa grande audience e il trionfo del noir, da tempo filone dominante di ogni letteratura, ce lo dice. Nelle spire del 'nero' televisivo si ritrovano così conduttrici televisive belle, eleganti e raffinate, persone che giureresti non abbiano mai detto una parolaccia in vita loro, capaci di dilungarsi sui particolari di delitti orrendi come se raccontassero un défilé. La quantità, poi. Ci sono telegiornali, per esempio di Canale 5, dove non c’è un delitto, ma cinque, sei, sette, e uno dopo l’altro. Naturale chiedersi che effetto possa avere tutto ciò su chi guarda.

Sui giovani e giovanissimi soprattutto, meno schermati degli adulti. Molti di loro si fanno oggi della realtà un’immagine dove il male è dovunque e il delitto sovrabbonda, sicché c’è solo da pensare a ripararsi e farsi i fatti propri in una sorta di gara a chi è più indifferente ed egoista.

D’altronde, che la vita abbia una sua bellezza chi lo dice? Per come viene considerato il mondo dai nostri tg, il mostro va sempre in pagina. Certo, ci sono crimini e misfatti che non possono essere ignorati, però il modo di trattarli e raccontarli, sollecitando la curiosità morbosa dello spettatore, è subdolo perché piegato alle leggi dell’audience. Bisognerebbe, allora, fare un telegiornale tutto di buone notizie come lo avrebbe voluto Candido Cannavò? No, ma bilanciare il tanto male con un po’ di bene si dovrebbe per ragioni, se non altro, di pari opportunità.

I direttori dei vari tg potrebbero invitare i loro inviati a non effondersi in particolari macabri, ma a cercare, dopo il 'dove, come, quando', anche il 'perché'. E tuttavia, avendo intercettato su Youtube e dintorni alcuni 'fuorionda' di direttori e conduttori di prima fascia, avendo sentito come sbraitano, inveiscono e insultano quando credono di non essere ripresi, mai rinunciando, naturalmente, a volgarità assortite, è forte il dubbio che costoro sappiano dedicare una qualche attenzione a ciò che non è la dura e spietata realtà, l’unica che per loro conti.

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