La Missione è quella di creare un'associazione tra la Comunicazione e la Cultura. Spesso questi due ambiti non si incontrano (il comunicatore non fa vera cultura e l'accademico non sa comunicare in modo efficace). Noi vorremmo far incrociare i due binari per portarli a formarne uno unico.

Vorremmo stimolare l'aspetto critico del fruitore, per comunicare cultura e per acculturare la comunicazione.

Questo Blog vuol essere un punto di riferimento per articoli d'informazione giornalistica-scientifico-culturale-economica.

Qui potrete trovare ogni tipo d'informazione e saremo lieti di stimolare un sano e doveroso dibattito per ogni singolo articolo, con il fine d'incrociare nel massimo rispetto di pareri ed opinioni diversi tra loro, per giungere così ad una proposta d'incontro tra i molteplici aspetti di una società multiculturale

martedì 15 maggio 2012

La Marcia per la vita è ogni giorno!

di P. Gonzalo Miranda L.C. Preside della Facoltà di Bioetica Ateneo Pontificio Regina Apostolorum



Marcia_pro-vita-2012
ROMA, lunedì, 14 maggio 2012 (ZENIT.org).- Ieri, 13 maggio, nella "Marcia per la vita" di Roma, eravamo molti di più di quanti ci saremmo aspettati. Dal Colosseo a Castel Sant'Angelo, in molte migliaia di persone abbiamo voluto dare una prova d'amore verso i piccoli che non possono difendersi da soli. Giovani e anziani, famiglie intere, laici, sacerdoti e suore, italiani e non pochi stranieri, abbiamo cantato, pregato, testimoniato, per loro. E ci siamo anche goduti una bella camminata in una mattina di sole e aria fresca.
È stata annunciata la data per il prossimo anno: domenica 12 maggio, sempre a Roma. E in tutto quest'anno, non marceremo più?
Ma certo! La Marcia per la vita non c'è stata solo ieri. La Marcia per la vita è oggi! Diciamocelo ogni mattina, quando cominciamo la nostra giornata di lavoro, di studio, d'impegno sociale o politico, di preghiera... Vado a marciare per la vita! Su questi valori fondamentali l'imperativo è categorico: marciare o marcire.
Tenendo presente che ci sono tanti modi di marciare per la vita.
Già ieri pomeriggio su qualche sito online ho letto delle critiche contro coloro che non sono andati al Colosseo; ho letto anche aspre critiche contro le persone o i gruppi che vi hanno partecipato (e non mi riferisco alle critiche e gli attacchi rabbiosi di femministe e laicisti che s'indignano perché qualcuno non si rassegna davanti all'uccisione volontaria e legalizzata dei piccoli innocenti: queste critiche e questi attacchi sono già nel preventivo delle spese).
Nel grande "popolo della vita" (abbondante come un fiume sotterraneo, di cui ieri a Roma è emerso solo un piccolo ruscello), ci sono tanti "carismi" diversi. Un pò come succede con gli ordini e le congregazioni religiose. Vita contemplativa o attiva; dedizione ai poveri o alla pastorale universitaria; servizio agli infermi o nella formazione dei ragazzi... Ce n’è per tutti. Perché i bisogni e le possibilità sono sempre maggiori di ciò che si riesce a fare.
C'è tanto da fare nel campo della difesa e della promozione della vita umana, su tanti fronti diversi! A me sembra un gran bene che ci siano impegni, impostazioni e sensibilità diverse, nel popolo della vita. Alcuni - persone o gruppi - operiamo principalmente in ambito accademico, formando generazioni di bioeticisti amanti della vita umana in tutte le sue condizioni; altri si spendono ogni giorno nell'accoglienza e l'aiuto alle mamme in difficoltà; c'è chi s'impegna per la vita nella società civile e nella politica con un approccio aconfessionale, mentre altri attivano gruppi di preghiera per invocare la Grazia e il perdono del Signore della vita.
Ci sono anche metodologie e strategie diverse, che possono essere complementari. Secondo alcuni è opportuno far conoscere a tutti la realtà dei metodi abortivi, anche con delle immagini crude (perché è cruda la realtà): a volte ne son convinti perché loro stessi hanno capito e sono cambiati  grazie a quelle immagini; altri preferiscono diffondere soltanto la bellezza positiva della maternità generosa; c'è chi evidenzia il male che l'aborto causa in tante donne, e chi denuncia il male - mortale - causato ai figli abortiti.
Ci sono addirittura margini per posizioni diverse su alcune problematiche opinabili. Per esempio sul modo d'intervenire in ambito politico e legislativo. Dobbiamo essere consci che si tratta di problemi estremamente complessi nei quali deve regnare la virtù della Prudenza. Quella virtù fondamentale che risponde al desiderio sincero di "fare bene il bene". Senza di essa, corriamo il rischio di provocare seri danni anche se spinti dal più sublime impulso di carità cristiana. Dobbiamo tutti tentare di evitare di fare male il bene (già ci sono tanti che fanno bene il male!).
Tra le otto componenti della Prudenza segnalate da Tommaso d'Aquino c'è anche la "Docilitas": quella umiltà che ci porta ad ascoltare sinceramente il parere degli altri, a chiedere consiglio e mettere in discussione la propria visione delle cose, prima di agire.
Sabato 12 maggio cinquecento persone hanno partecipato ad un interessante convegno scientifico sulla difesa della vita umana nel nostro Ateneo Regina Apostolorum. Domenica 13, in migliaia hanno cantato per le vie di Roma. Domenica prossima, 20 maggio, altre migliaia si raduneranno nell'Aula Paolo VI, in Vaticano, per l'importante manifestazione intitolata: "Uno di noi". E mentre noi eravamo in convegno sabato scorso, la Commissione dell'Unione Europea ha concesso l'autorizzazione per la raccolta firme per il riconoscimento della dignità umana fin dal concepimento. Un'iniziativa degli organizzatori dell'incontro di domenica prossima.
Ce n’è per tutti. Ognuno faccia la sua parte, secondo il proprio "carisma". E se possiamo trovarci insieme per alcune iniziative concrete, tanto meglio. Ricordando sempre e comunque la pressante richiesta di Gesù ai suoi discepoli, guarda caso, proprio nel Vangelo di ieri: "Questo vi comando, che vi amiate gli uni gli altri" (Gv 15, 17).
Sarebbe bello se il prossimo anno potessimo marciare tutti insieme, per una causa così bella e importante. Ma ancora più importante è che camminiamo tutti i giorni sulla strada della difesa della vita. Perché la vera Marcia per la vita, è oggi!

MARCIA PER LA VITA/ Quella piazza "diversa" grazie al popolo della vita

di: Mario Palmaro da il Sussidiario

15 maggio 2012


Domenica a Roma si è svolta la seconda Marcia Nazionale per la Vita. Era la prima volta nella capitale, ed è stato un grande successo: 15.000 persone che marciano sotto il cielo perfettamente azzurro di Roma, per contestare senza compromessi e sfumature la legge 194, quella che nel 1978 ha reso lecito l’aborto volontario in Italia. Il colpo d’occhio che ne è venuto fuori è stato impressionante: un corteo interminabile, dominato dalle bandiere di decine, forse centinaia di associazioni, e pullulante di cartelli espliciti. Cartelli che ricordavano le cifre dell’aborto legale in Italia – più di 5 milioni di vittime in trent’anni – e che andavano al cuore del problema: ogni aborto comporta l’uccisione di un essere umano. I politici? Alcuni hanno aderito con convinzione, come ad esempio De Lillo, Gasparri, Binetti, Oliveri, Magdi Cristiano Allam. Ma non è stata la politica a “inventare” l’iniziativa. E non è stata nemmeno la Chiesa, che pure è stata al fianco dei manifestanti attraverso le decine di autorevolissime adesioni di Cardinali e di vescovi, e alla presenza fisica nel corteo del Cardinale Leo Burke, Prefetto della Segnatura Apostolica.

La Marcia è stata, realmente, una genuina espressione di popolo. Sul palco, a parlare davanti al Colosseo, la figlia di santa Gianna Beretta Molla; una scelta eloquente, che richiama la testimonianza di una mamma che è morta per dare alla luce la sua creatura, all’interno di una nitida prospettiva di fede.

E’ buona regola non sopravvalutare mai le manifestazioni di piazza: la folla spesso dà alla testa, crea impressioni distorte, evoca prove muscolari. Insomma, si presta a interpretazioni discutibili. Ma chi domenica era presente in mezzo a quei 15.000 ha visto un corteo molto diverso da tutti gli altri, perché il popolo che lo ha animato è diverso. E’ quel “popolo della vita” di cui parlava Giovanni Paolo II nell’enciclicaEvangelium Vitae. Un popolo molto variegato, nel quale si agitano anime, storie, tendenze, sensibilità anche molto diverse fra loro. Migliaia di persone, di famiglie, di giovani, di gruppi organizzati, provenienti da tutta Italia, e dalla Polonia, dalla Germania, dalla Francia e da altri Paesi. Ognuno con il proprio striscione, i propri manifesti, il proprio stile. Questo dato formale è fondamentale per capire la novità di questa manifestazione, e per coglierne tutta la forza dirompente: una coalizione per la vita, molto più ampia e molto più larga di qualunque singola associazione istituzionalizzata. Chi non è capace di accogliere questa varietà e questa ricchezza dimostra di avere un cuore chiuso, e di non saper allargare le prospettive. Peggio ancora chi vorrebbe stabilire una sorta di “patente” o di certificato per consentire solo ad alcuni di manifestare per il diritto alla vita. Non si era detto che l’importante è capire dove uno vuole andare, senza chiedergli da dove viene? E allora, perché non applicare a tutti questo criterio “dialogante” quando si organizza una Marcia per la vita? Possibile che nel 2012 possa ancora funzionare il vecchio trucco con cui nel ‘68 si chiudeva la bocca ai non allineati, soprattutto ai cattolici, accusandoli di essere “fascisti”?

La Marcia per la Vita è un evento che in Italia mancava da decenni, in una sorta di lungo letargo durante il quale il mondo pro life è rimasto nelle catacombe. Lavorava, ma quasi di nascosto. E, soprattutto, taceva, o preferiva parlare solo “in positivo”, evitando toni decisi e fermi contro l’aborto, contro la legge 194, contro la fecondazione artificiale. E tacendo, rischiava di smarrire di giorno in giorno la sua ortodossia, e di perdere la voglia di opporsi  senza se e senza ma a leggi come quelle sull’aborto, o sull’eutanasia.