La Missione è quella di creare un'associazione tra la Comunicazione e la Cultura. Spesso questi due ambiti non si incontrano (il comunicatore non fa vera cultura e l'accademico non sa comunicare in modo efficace). Noi vorremmo far incrociare i due binari per portarli a formarne uno unico.

Vorremmo stimolare l'aspetto critico del fruitore, per comunicare cultura e per acculturare la comunicazione.

Questo Blog vuol essere un punto di riferimento per articoli d'informazione giornalistica-scientifico-culturale-economica.

Qui potrete trovare ogni tipo d'informazione e saremo lieti di stimolare un sano e doveroso dibattito per ogni singolo articolo, con il fine d'incrociare nel massimo rispetto di pareri ed opinioni diversi tra loro, per giungere così ad una proposta d'incontro tra i molteplici aspetti di una società multiculturale

lunedì 19 dicembre 2011

Monti dichiari in pubblico di aver chiuso coi poteri forti

da: Il Giornale


Dalla Trilateral al Bilderberg: è ora che il premier chiuda i suoi rapporti con le lobby dei poteri forti. Queste organizzazioni influenzano di sicuro le scelte dell'esecutivo. Il problema coinvolge anche molti ministri


Per 18 anni il centro-sinistra ha messo in croce Silvio Berlusconi denunciando il conflitto d’interessi, salvo poi rivelarsi tutt’altro che interessato a dirimere questo conflitto perché sarebbe venuta meno la possibilità di identificarsi come «anti-Berlusconi», che è stato l’unico collante che ha consentito al centro-sinistra di restare unito.


Nel caso di Mario Monti e del suo governo di banchieri e di tecnocrati il conflitto d’interesse è dirompente e pressoché generalizzato, eppure sembra che non scandalizzi più la nostra classe politica che ha scelto di auto-commissariarsi. Ebbene a noi cittadini italiani interessa assai perché se nel caso di Berlusconi il sospetto era legato al possibile vantaggio personale, nel caso di Monti la conseguenza concerne la perdita della nostra sovranità nazionale e la sottomissione dell’Italia ai poteri finanziari forti che si incarnano nelle istituzioni internazionali a cui lo stesso Monti aderisce con incarichi di responsabilità: Goldman Sachs, Commissione Trilaterale, Gruppo Bilderberg e Moody’s.
A dispetto del diniego di Monti espresso in Parlamento al momento della richiesta del voto di fiducia, noi possiamo documentare che lui fa parte di queste istituzioni. Gli chiediamo pertanto una dichiarazione pubblica in cui Monti affermi di non farne più parte e di non essere in alcun modo vincolato al perseguimento dei lorointeressi che non solo non collimano ma sono in contrasto con l’interesse nazionale dell’Italia che Monti ha giurato di salvaguardare all’atto formale del suo insediamento.
In una brochure pubblicata in occasione della conferenza annuale organizzata dall’Eabis (Accademia europea dell’impresa nella società), svoltasi l’11 e il 12 settembre 2006 presso la sede della Scuola manageriale Sda Bocconi a Milano (http://www.econometica. it/allegati/5th_Colloquium_ Programme_ Brochure. pdf) si elencano le cariche ricoperte da Monti nelle istituzioni che corrispondono ai poteri finanziari forti. Monti fin dal 2005 è consulente internazionale della Goldman Sachs, la più grande e potente banca d’affari al mondo (http:// www2.goldmansachs.com/ investor-relations/financials/cu rrent/annual-reports/2010-arpdf- files/GS_AR10_Allpages. pdf); dal 2010 è membro del Consiglio direttivo del «club Bilderberg » (organizzazione che dal 1954 si riunisce una volta all’anno a porte chiuse e ai cui incontri, protetti da strettissime misure di sicurezza, partecipano, tra gli altri, i presidenti del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale e della Federal reserve; i presidenti di alcune tra le maggiori corporation mondiali quali Coca Cola, British Petroleum, Chase Manhattan Bank, American Express, Goldman Sachs, Fiat, Microsoft; vicepresidenti degli Stati Uniti,direttori della Cia e dell’Fbi, Segretari generali della Nato, senatori americani e membri del Congresso, primi ministri europei, capi dei partiti di opposizione, editori e direttori dei maggiori media mondiali); sempre dal 2010 è anche presidente del Gruppo europeo della «commissione trilaterale» (http://www.trilateral. org/go.cfm?do=Page.View& pid=34) altra organizzazione che tiene i suoi incontri in forma strettamente riservata, fondata nel 1973 dal magnate statunitense David Rockefeller, ufficialmente per favorire la cooperazione tra Europa, Stati Uniti e Giappone; Monti nel 2010 risultava membro del «Comitato consultivo di alto livello per l’Europa» di Moody’s, una delle maggiori agenzie di rating al mondo; Monti risulta essere il presidente della lobby belga «Bruegel », un think tank fondato nel 2005 che sta spingendo per l’unione fiscale dei paesi membri dell’Ue (ovvero per un ulteriore trasferimento di sovranità dagli Stati nazionali all’Unione Europea), composto da esponenti di spicco di 16 Stati e 28 multinazionali, alcune delle quali sono frequentatori abituali di altri club privati: Microsoft, Google, Goldman Sachs, Samsung, la Borsa di New York (Nyse), Unicredit. Dal momento che le suddette organizzazioni, le cui riunioni avvengono con la sola partecipazione dei membri e degli invitati e sono rigorosamente interdette agli estranei, esercitano un’influenza ed un condizionamento crescente sull’opinione pubblica e le dinamiche politiche degli Stati nazionali (al punto che secondo alcuni sarebbero ormai quelle le vere sedi decisionali del pianeta, le assemblee legislative essendo ridotte a ruolo di facciata), il fatto che ad esse partecipino, addirittura con ruoli dirigenziali, alti esponenti delle istituzioni non eletti dal popolo italiano ed imposti con metodi ampiamente discutibili, sfruttando situazioni di emergenza create ad hoc dagli stessi soggetti che poi propongono le soluzioni, non può non destare estrema preoccupazione.
Da qui l’esigenza che Monti chiarisca senza ambiguità e reticenze che si è dimesso dagli incarichi ricoperti in tali organizzazioni e, conformemente al giuramento prestato, eserciterà le sue funzioni«nell’interesse esclusivo della nazione». Il conflitto d’interesse è esteso anche a diversi ministri del governo Monti che ricoprivano incarichi in istituti di credito bancario e che mantengono la proprietà delle azioni anche se si sono dimessi dalle loro cariche dopo la nomina nel Governo: Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico e Infrastrutture,era l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo.
Elsa Fornero, ministro del Lavoro, delle Politiche sociali e delle Pari opportunità, è stata vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, ha fatto parte dei Consigli di amministrazione di Telecom Italia, di Pirelli e di Fidia. Piero Gnudi, ministro del Turismo e dello Sport, ha ricoperto la carica di consigliere in Unicredit, in Astaldi e nel Gruppo 24 ore. Piero Giarda, ministro dei Rapporti con il Parlamento, è stato membro dei consiglio di sorveglianza del Banco Popolare. Paola Severino, ministro della Giustizia, è stata il legale di Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Geronzi, Romano Prodi e Giovanni Acampora. Monti sappia che facciamo sul serio.
Non ci accontenteremo delle battute fatte il 18 novembre alla Camera richiedendo il voto di fiducia ( «Di poteri forti in Italia non ne conosco, magari l’Italia avesse un po’ più di poteri forti»). O dichiari pubblicamente di non far più parte dei poteri finanziari forti che hanno realizzato con successo il colpo di Stato finanziario prima in Grecia e poi in Italia, oppure si assumerà le sue responsabilità morali, politiche e legali di fronte al popolo italiano che non avrà titolo per governare.

La «ricerca sul suicidio assistito»

da: Libertà e Persona

Suo marito Piergiorgio si è spento cinque anni fa esatti, il 20 dicembre 2006. E da allora è toccato a lei, Mina Welby, portare avanti la battaglia per il cosiddetto “diritto a morire”. Che poi, a ben vedere, dovrebbe chiamarsi “diritto ad essere uccisi”, a suicidarsi. Tanto vale parlare chiaro allora, no? Del resto, che le cose stiano così è confermato dalla stessa signora Welby che, in una intervista rilasciata aRepubblica, ha fatto esplicito riferimento – e senza alcuna preoccupazione - all’esistenza, tra i medici italiani, di «una corrente che fa ricerca sul suicidio assistito», tema prioritario perché – ha aggiunto – presto «non tutti avremo la possibilità di un accompagnamento nel fine vita con cure palliative costosissime» [1]. Tradotto: dato che le cure costano, tanto vale affidarsi alla «ricerca sul suicidio assistito». Il che, oltre ad inquietare, conferma due cose.


Primo. Se dietro il testamento biologico c’è l’eutanasia, dietro l’eutanasia c’è il suicidio assistito. E’ una concatenazione logica fin troppo evidente: non si scappa. 


Secondo. In aggiunta all’apologia del diritto a morire, l’altra vera ragione per la quale taluni si battono per l’eutanasia è prettamente economica: il malato ridotto a numero, anzi, a costo. Altro che dignità, consenso informato, autodeterminazione. Tutte parole, soltanto parole. La realtà è che l’uomo laico e secolarizzato non sa che farsene di sé stesso, figurarsi dell’ammalato o dell’anziano. Di qui la convenienza, appunto, a fare «ricerca sul suicidio assistito». Anche se non è affatto chiaro cosa ci sia poi da ricercare, nel suicidio. Che è e rimane una fuga disperata. Nient’altro.

 [1] Articolo della Repubblica

giovedì 15 dicembre 2011

Famiglia Cristiana non si smentisce mai!

da: in giro per il web... 


Famiglia Cristiana ha riconosciuto Giorgio Napolitano "uomo dell'anno", fra l'altro perchè "non ha mai mancato di accompagnare e sostenere indispensabili battaglie di civiltà". Alla faccia di Eluana Englaro, e di tutto il suo passato a sostegno di feroci dittature comuniste, come quella sovietica, un passato sul quale non ha mai detto "mi sono sbagliato".
Bisognerebbe scrivere a Famiglia Cristiana e ad altra stampa sedicente cattolica per protestare per questa schifezza. (Assuntina Morresi)

QUIRINALE: PER FAMIGLIA CRISTIANA NAPOLITANO ITALIANO DELL'ANNO 
Roma, 14 dic. - (Adnkronos) - Giorgio Napolitano italiano dell'anno. Il riconoscimento per il Capo dello Stato arriva dalla direzione e dalla redazione di Famiglia Cristiana, allargata a numerosi esperti e prestigiosi collaboratori del settimanale. "Una scelta - spiega una nota - sottolineata da unanimita' corale, dettata da quanto Giorgio Napolitano ha saputo fare per il bene del Paese in un momento particolarmente difficile, caratterizzato da incertezza politica ed economica e da un appannamento dei valori della convivenza civile e della solidarieta' del Paese.

Il riconoscimento e' stato conferito con la seguente motivazione: "Nell'anno della celebrazione dei 150 anni dell'unita' d'Italia, il presidente Napolitano ha colpito il cuore e la mente di tutti gli italiani per la sua totale dedizione ai destini del Paese.
Nel pieno di una crisi economica e politica difficilissima, il Presidente e' stato per l'intera nazione un punto di riferimento imprescindibile, una bussola credibile e affidabile al di sopra di ogni schieramento di parte. A livello internazionale ha svolto con grande efficacia il compito di autorevole garante della credibilita' dell'Italia".

"E in Italia - prosegue la motivazione - non ha mai mancato di accompagnare e sostenere indispensabili battaglie di civilta', come quella contro gli infortuni sul lavoro o quella per la cittadinanza ai figli degli immigrati, indicando sempre cio' che unisce il Paese a scapito di cio' che divide. Il presidente Napolitano ha inoltre sostenuto l'impegno pubblico per la Famiglia, considerandola 'una straordinaria risorsa sia per il rinnovamento etico di cui ha bisogno il Paese, sia per lo sviluppo di una societa' aperta e solidale, punto di riferimento essenziale della convivenza civile e della coesione sociale'". Al presidente Napolitano Famiglia Cristiana dedichera' la copertina del primo numero del 2012 con ampi servizi sia nella versione cartacea sia nelle versioni digitali.

lunedì 12 dicembre 2011

Come cambiano (e si copiano) i social network. L'evoluzione di Google+, Twitter e Facebook

da: il Sole 24 Ore


Chi. Dove. Che cosa. Sono tre domande che per i social network diventano un terreno di competizione. La frontiera più contesa sono i luoghi. Gli iscritti di Google+ possono segnalare la loro presenza in un posto: chi entra in un negozio, un bar o un centro commerciale dice agli altri dove si trova attraverso un messaggio di "check-in". Presto potranno accedere a promozioni e sconti ("daily deals"), a partire dagli Stati Uniti. Il rivale è soprattutto Facebook con 800 milioni di utenti nel mondo: per non restare indietro ha assorbito il team degli ingegneri di Gowalla, specializzati nella geolocalizzazione.
"Chi", invece, è la domanda più complessa. E la risposta più attenta arriva da Twitter: Ha rinnovato le pagine per le aziende che negli ultimi mesi hanno trasformato i loro spazi sul social network in notiziari e servizi per l'assistenza clienti. Inoltre, da tempo Twitter verifica i profili per le persone pubbliche, contrassegnati con una coccarda. Non è una scelta casuale: in passato Steve Jobs e il Dalai Lama sono stati tra le vittime di impostori che hanno aperto pagine false. Anche gli altri social network insistono su politiche per ridurre l'uso di nomi inventati da parte degli utenti. L'identità riguarda, inoltre, le fotografie: da poco Google+ ha anche lanciato un'opzione volontaria per il riconoscimento automatico dei volti nelle immagini, attraverso tag.
Condivisione, invece, è la parola chiave del "che cosa". Su Facebook, per esempio, ha guadagnato dieci milioni di utenti una radio, Spotify. Funziona come un grande jukebox: gli amici possono sapere cosa ascoltano gli altri in diretta e imitarli. A fare la differenza in questo caso è la tecnologia di "open graph": finora si tratta di un esperimento limitato, ma presto sarà allargato. I rivali accelerano il passo. Twitter ha varato un suo motore di ricerca per la scoperta delle segnalazioni ("discovery"). E Google+ punta sulle sue cerchie sociali, integrate di recente con la chat di Gmail.
Ma tra gli iscritti ai social network cambia il comportamento sulla privacy. La metà degli utenti di reti sociali online ha dichiarato di non aver cambiato nulla nelle impostazioni dopo essere venuto a conoscenza di preoccupazioni sulla sicurezza. In particolare, sei persone su dieci sono interessate a condividere in modo privato le fotografie. E i social network si sono adattati, con opzioni granulari per la condivisione limitate a gruppi ristretti.

CORRETTA LA NORMA (SADICA) CHE OBBLIGAVA I PENSIONATI AD APRIRE UN CONTO IN BANCA

da: Dagospia

"UN PAESE IN BOLLETTA - CORRETTA LA NORMA (SADICA) CHE OBBLIGAVA I PENSIONATI AD APRIRE UN CONTO IN BANCA: FINO A 980 VERRANNO VERSATI CASH - L’ASTA PER LE FREQUENZE TELEVISIVE NON SI FARÀ A CAUSA DI UN VETO MOLTO NETTO DEL BANANA ACCETTATO DA MONTI (PERCHÈ NON FAR PAGARE TUTTI CON UNA TASSA SULL'OCCUPAZIONE DELLE FREQUENZE?) - TE LO DO IO IL CONDONO “TOMBALE”. L’IDEA È DI SCUCIRE UN 3,5% SE SI TRATTÒ DI CAPITALI, UN 5 IN CASO DI IMMOBILI - FAR PAGARE L’ICI ALLA CHIESA, NO?..."
1- LO STOP DI BERLUSCONI: NO ALL'ASTA SULLE FREQUENZE - E SPUNTA L'IDEA DI FAR SALIRE AL 3,5 PER CENTO LA TASSA SUI CAPITALI...


Ugo Magri per "La Stampa"
BERLUSCONI MONTI premierBERLUSCONI MONTI PREMIER
Su Montecitorio cala la notte, ma la soluzione ancora non si trova. Sulle pensioni e sull'Imu (un tempo lo chiamavamo Ici) il governo sta cercando di venire incontro ai partiti, ieri è stato tutto un susseguirsi di colloqui tra «tecnici» e politici, impossibile tenere il conto. Molto raramente di domenica il Palazzo è stato così ben frequentato.
Già di pomeriggio Monti è tornato a Roma da Milano prendendo il Frecciarossa, come di sua abitudine, anziché l'aereo (tanto meno quello di Stato); e pure il Professore ha tenuto riunioni con Giarda, con Grilli, con la Fornero prima di infilarsi nell'incontro coi leader sindacali.
MARIO MONTIMARIO MONTI
I capigruppo della maggioranza si sono messi pazientemente a disposizione bivaccando per ore alla Camera, in attesa di un testo che mettesse nero su bianco le correzioni del governo alla manovra. Il giornale va in stampa quando ancora queste correzioni non sono arrivate.
Due le certezze. Anzitutto, sale il tetto di 500 euro per i pagamenti in contanti da parte della Pubblica Amministrazione: fino a 980 verranno versati cash, annuncia il sottosegretario ai Rapporti col Parlamento D'Andrea. Verrà dunque corretta la norma (un po' sadica) che obbligava i pensionati ad aprire un conto in banca per incassare quei quattro soldi di fine mese.
SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI
Tutti i partiti sono d'accordo, possiamo darlo per fatto. L'altra certezza riguarda l'asta per le frequenze televisive: non si farà a causa di un veto molto netto del Cavaliere. La questione si è riproposta ieri, poiché servono soldi per mitigare la stretta sulla casa e sulle pensioni. Dove prenderli? Pd e Terzo Polo (figurarsi i dipietristi) da giorni chiedono di trasformare in «beauty contest» sulle frequenze in una vera gara redditizia per le casse dello Stato.
Sostengono che se ne potrebbero ricavare chi dice 2 chi 4 miliardi. Li sborserebbero le aziende televisive, e qui si capisce come mai Silvio non veda la faccenda di buon occhio. I suoi rappresentanti l'hanno fatto presente in tutte le salse, nessuno ha insistito più perché se il Pdl è ostile il governo non va da nessuna parte. Di Pietro accusa: «Monti ha garantito a Berlusconi che non avrebbe messo all'asta le frequenze tivù».
pensioni1PENSIONI1
Incalza Tonino: «Al Cavaliere è convenuto andare via», da quando ha lasciato «le sue aziende hanno ripreso il 15 per cento, e adesso lascerà che la medicina amara venga somministrata da qualcun altro...» (in verità, notizie che filtrano da Arcore raccontano di un Silvio alle prese con ristrettezze gli impedirebbero di mettere le mani sul costoso attaccante argentino Tevez).
Senza più asta per le frequenze, diventa una bella impresa raccattare denari. E qui entra in gioco la tassa sugli «scudati». Difatti i tentativi di ripristinare l'indicizzazione delle pensioni, per garantirla fino a 1400 euro, e tutti gli sforzi dei partiti di maggioranza per far pagare meno Imu a chi ha tanti figli, dipendono ormai quasi esclusivamente dalla riscrittura del decreto, là dove fa pagare l'1,5 per cento a quanti riportarono i capitali in Italia credendo che si trattasse di un condono «tombale».
L'idea è di scucire a quei furbi altri denari: un 3,5 per cento se si trattò di capitali, un 5 per cento in caso di immobili. In alternativa (lo spiega il centrista Tabacci) è in discussione l'ipotesi di «far sottoscrivere Btp per un ammontare pari al valore dei capitali scudati». In questo caso lo Stato garantirebbe l'anonimato e tassi d'interesse del 2,5-3 per cento, coi tempi che corrono davvero un magro rendimento.
ANTONIO DI PIETROANTONIO DI PIETRO
Il Tesoro sta facendo due conti in proposito. Si porrebbero questioni sotto il profilo costituzionale, qualche «scudato» farà ricorso e magari la Consulta gli darà ragione; per cui si tenta di puntellare la norma tanto sul piano giuridico quanto sulla sua applicabilità, casomai nel frattempo gli «scudati» fossero falliti o passati a miglior vita.
Altre soluzioni non ve ne sono, o perlomeno la fantasia dei «professori» al potere non ha generato idee migliori. Far pagare l'Ici alla Chiesa? Il governo pare intenzionato a muoversi, ma nella maggioranza si dubita che lo farà davvero. E del resto, la mannaia che si annuncia per i contributi all'editoria sotto forma di «riclassificazione» degli aventi diritto (è di ieri l'annuncio) difficilmente decapiterà le testate che popolano il paesaggio politico e culturale.

2- I RICCHI E POVERI DELLE FREQUENZE TV...
A. Ol. per "Il Sole 24 Ore"
SAN PIETRO E IL VATICANOSAN PIETRO E IL VATICANO
Monta la polemica sulle frequenze tv che saranno regalate. Ma il problema è che già i primi 15 multiplex sono stati assegnati a gratis: quattro alla Rai, quattro a Mediaset, tre a Telecom Italia media, due all'Espresso, due ad altri. Se si facessero pagare i prossimi sei mux, Mediaset ha già messo le mani avanti: si ritirerebbe dalla competizione.
Dal punto di vista aziendale ha una logica: l'assegnazione delle frequenze è stata disposta dalla Ue per favorire il pluralismo, ogni multiplex supporta fino a sei canali, gli ultimi arrivati avranno un'audience residuale, il digitale terrestre per il gruppo del Biscione è ancora in rosso. Ergo: perchè pagare, quando con il primo giro si hanno già canali a sufficienza?
Il risultato è che si discriminerebbe tra ricchi (i primi assegnatari a gratis) e poveri (gli ultimi, a pagamento, che dovranno ripartirsi una fetta di pubblico necessariamente più ristretta). Ma allora, è il suggerimento di un trader, perchè non far pagare tutti con una tassa sull'occupazione delle frequenze? Tanto più che i mux si possono (e lo si fa) affittare a pagamento a terzi.
TABACCITABACCI

COSA CI FANNO LE GRANDI AZIENDE AMERICANE A CONVEGNO CON MCKINSEY?

da: Dagospia

"COSA CI FANNO LE GRANDI AZIENDE AMERICANE A CONVEGNO CON MCKINSEY (LA SOCIETA' DI CONSULENZA DA CUI PROVIENE AIRONE PASSERA) PARLANDO DI LOBBYNG E SISTEMI ISTITUZIONALI? PROVE D'ORCHESTRA PER LA NUOVA STAGIONE DEI TECNICI: INFLUENZARE LA POLITICA O SOSTITUIRLA? - BOBO MARONI E LUCA ZAIA PROVANO A RICUCIRE CON GLI IMPRENDITORI - LA MERITOCRAZIA SECONDO I BOCCONIANI…"



A cura di Carlo Cinelli e Federico De Rosa per il "CorrierEconomia" del "Corriere della Sera"
roberto maroniROBERTO MARONILuca ZaiaLUCA ZAIA
1 - La Lega e gli imprenditori, un rapporto che si è prima interrotto sull'altare del governo di Silvio Berlusconi e poi spezzato sulla decisione di Umberto Bossi di andare all'opposizione. E dalla Lega viene chi si incarica di ricucire. Per ricominciare a capire le ragioni dell'impresa, venerdì, a Treviso, Roberto Maroni sarà con Luca Zaia sul palco dell'Hotel Maggior Consiglio per una kermesse con oltre 200 imprenditori, convocati da Franco Manzato, plenipotenziario del segretario regionale Giampaolo Gobbo e dal neo presidente dei «piccoli» della Confindustria Veneto Alberto Baban.
mckinseyMCKINSEY
- Dimenticate la selva di affaristi, consulenti e brasseurs d'affaires che a vario titolo popolavano i corridoi del Palazzo. Con il nuovo governo non servono. O meglio, non devono servire più. Perché anche se è vero che fare business in Italia in un mercato regolamentato è difficile senza un «aiutino», non è mai tardi per cambiare abitudini. A sostenerlo (pro domo sua?) è McKinsey che insieme ai lobbisti della Cattaneo Zanetto & Co. e all'American Chamber of Commerce in Italy ha organizzato per oggi a Milano un seminario, rigorosamente a porte chiuse, sul rapporto tra aziende e istituzioni. Alberto Marchi di McKinsey illustrerà lo scenario.
jos23 pellizzari riccardo pugnalinJOS23 PELLIZZARI RICCARDO PUGNALIN
Paolo Zanetto le soluzioni per fare lobbying professionale, «all'americana», e il valore strategico di avere in azienda una robusta, e competente, direzione affari istituzionali. Invitati anche esperti sul campo: Riccardo Pugnalin, direttore Public Affairs di Sky Italia e Stefano Giberti, responsabile direttore affari legali di General Electric Healthcare, che discuteranno di business e istituzioni con l'avvocato Luca Arnaboldi di Carnelutti e il lobbista Alberto Cattaneo.
ARTURO ARTOMARTURO ARTOM
- E se oltre al modo di dialogare delle aziende cambiasse anche l'approccio da parte della burocrazia? In parallelo al seminario di McKinsey, sempre oggi a Milano, il prorettore della Bocconi, e presidente dell'Osservatorio sul Cambiamento delle amministrazioni pubbliche, Giovanni Valotti, terrà a battesimo il primo appuntamento pubblico del Forum della Meritocrazia, neonata think tank, fondata da Arturo Artom e Nicolò Boggian.
Franco BassaniniFRANCO BASSANINI
Che ha invitato il presidente della Cdp e di Metroweb, Franco Bassanini, il consigliere della Corte dei Conti, Carlo Chiappinelli, e l'ex banchiere Alessandro Profumo. Dialogheranno con l'amministratore delegato di Trenord, Giuseppe Biesuz e il presidente di Infrastrutture Lombarde Giovanni Bozzetti, di come cambiare, dal basso, la pubblica amministrazione premiando i curricula e non gli sponsor.

Monti come membro del BILDERBEG

da: Dagospia
"SINDACATI IN PIAZZA IN MEZZA ITALIA PER TRE ORE IN SCIOPERO (LA CAMUSSO: MONTI DELUDENTE, NON SARÀ L’UNICO SCIOPERO) - OGGI LE COMICHE: MARRA E SCILIPOTI (ACCOMPAGNATI DA SARA TOMMASI) DENUNCIANO MONTI COME MEMBRO DEL BILDERBEG - PROVINCE SCRIVONO ALLA CORTE DEI CONTI: IMPATTO DRAMMATICO SU BILANCI - PROIETTILI PER ALE-DANNO E IL MINISTRO SEVERINO - NICOLI CRISTIANI SI DIMETTE ANCHE DA CONSIGLIERE REGIONALE - PER SARKÒ PERICOLO DE VILLEPIN…"


TAGLI
Jena per "La Stampa" - Ribellarsi è giusto, disse l'onorevole Mao.
MARIO MONTIMARIO MONTI
1. SINDACATI DI NUOVO UNITI IN PIAZZA PER TRE ORE IN SCIOPERO CONTRO MONTI...
Corriere.it - Cortei e presidi si stanno svolgendo in moltissime città italiane per lo sciopero di tre ore indetto da Cgil, Cisl e Uil contro la manovra da oltre 30 miliardi del governo di Mario Monti. Il presidente del Consiglio, nell'incontro di domenica sera, non è riuscito infatti a dare ai sindacati risposte convincenti sugli interventi ritenuti più pesanti per pensionati, lavoratori dipendenti e famiglie con basso reddito. La protesta di oggi, rilevante da un punto di vista sindacale perché segna il ritorno all'unità dopo circa sei anni, non mette a rischio il via libera alla manovra, garantito dai principali partiti che sostengono il governo nonostante gli oltre 1.000 emendamenti presentati.
susanna camussoSUSANNA CAMUSSO
In particolare, Susanna Camusso, Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni puntano il dito contro la deindicizzazione delle pensioni sopra i 1.000 euro e contro il repentino aumento dell'età di pensionamento. I sindacati premono poi per una maggiore gradualità nella fascia di esenzione dell'imposta sugli immobili. Gli orari e le modalità delle manifestazioni variano da città a città.
ROMA - MILANO - A Roma i manifestanti organizzeranno presidi davanti al Parlamento dalle 16 alle 19. A Milano è previsto per le 16 un presidio unitario davanti alla Prefettura. Circa mille persone stanno già sfilando invece a Genova dirette alla Prefettura della città, dove i sindacati hanno chiesto un incontro con il prefetto. A Firenze, è stata organizzata in mattinata una manifestazione in piazza Indipendenza. In Campania, sono previsti presidi davanti alle prefetture di Napoli, Salerno, Avellino, Benevento e Caserta. Un nuovo sciopero è stato indetto per il 19 dicembre quando i dipendenti pubblici incroceranno le braccia per otto ore.
ALFONSO LUIGI MARRAALFONSO LUIGI MARRA
TORINO - Lo striscione «Per la libertà del lavoro» con il logo Fiat apre il corteo della Fiom nel centro di Torino. Dietro sfilano migliaia di lavoratori metalmeccanici. Alte le adesioni secondo la Fiom, in tutte le fabbriche: 69% alle ex meccaniche di Mirafiori, oltre il 50% all'Iveco, 70% all'Avio di Rivalta, 90% all'Avio di Borgaretto, 95% alla Microtecnica, tra il 70 e il 90% nelle piccole aziende del Canavese e di Moncalieri.
scilipoti e sara tommasi resizeSCILIPOTI E SARA TOMMASI RESIZE
«Abbiamo voluto dare un segno particolare alla presenza dei metalmeccanici - spiega il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono - sia anticipando a oggi lo sciopero di otto ore previsto per il 16, sia con la manifestazione che sta riuscendo molto bene. Questo per dire che siamo contro la manovra e contro il tentativo Fiat di cancellare il contratto nazionale. È importante sottolineare questo proprio qui a Torino dove è probabile che nelle prossime ore si consumi uno strappo democratico nei confronti dei lavoratori».
BOLOGNA - Uno sciopero sotto la pioggia e con il palco rivolto al palazzo del Governo. Separato, ma cercando di non fomentare la polemica con Cisl e Uil. La Cgil, a Bologna come in altre città emiliane, è andata infatti in piazza da sola per lo sciopero contro la manovra. Come ha spiegato il segretario Danilo Gruppi, parlando sotto la pioggia, «lo intendiamo in pieno sostegno alla proposta di modifica alla manovra che i tre sindacati hanno unitariamente avanzato».
CAGLIARI - Seimila persone sotto le bandiere di Cgil, Cisl e Uil sono scese in piazza a Cagliari per protestare contro la manovra economica e finanziaria del governo Monti. Dalle 9 i manifestanti si sono ritrovate in piazza del Carmine, davanti al Palazzo del Governo. Da qui un corteo rumoroso con striscioni e fischietti si è diretto verso viale Bonaria dove, di fronte alla sede della Rai Regionale, è stato attuato un presidio e un volantinaggio.
GIANNI ALEMANNOGIANNI ALEMANNO
2. CAMUSSO, INCONTRO DELUDENTE,NON DETTO UNICO SCIOPERO... 
(ANSA) - "Non è detto che sia finita e che lo sciopero" di oggi "sia l'unico. Bisogna ricominciare a costruire un cammino unitario con gli altri sindacati". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo ad Agorà su Rai Tre e parlando della manovra.
L'incontro di ieri sera dei sindacati a Palazzo Chigi "con Monti è stato sicuramente molto più deludente di quello che ci si aspettava. C'é un no ad affrontare il tema dell'indicizzazione delle pensioni, sulla casa e l'Ici", ha aggiunto Camusso, ribadendo che la manovra "é iniqua proprio rispetto a chi paga il conto", perché "pagano molto di più i redditi medio bassi e individuali. Pagano quelli che denunciano tutto e non chi ha di più".
Quanto alle pensioni, ha proseguito, "se ci dobbiamo basare sull'incontro di ieri non c'é nessun emendamento sull'aumento della fascia di deindicizzazione delle pensioni concordato con la politica". Rispetto al metodo, Camusso è invece tornata a sottolineare che "se non altro è stato introdotta la trasparenza, poi sul merito il dissenso rimane. Ma almeno ci sono incontri regolari".
paola severinoPAOLA SEVERINO
3. PROVINCE SCRIVONO ALLA CORTE DEI CONTI: IMPATTO DRAMMATICO SU BILANCI... 
(ANSA) - "Non si sta tenendo nella giusta considerazione il drammatico impatto in termini economici che le norme previste dalla manovra sulle Province comporteranno sui bilanci di Regioni, Province e Comuni, il caos istituzionale e i conflitti che ne nasceranno, ma soprattutto il forte aumento della spesa pubblica che per contro produrranno. E' del tutto evidente, infatti, che, a seguito di queste norme, i bilanci delle Autonomie territoriali subiranno una improvvisa rivoluzione, che avrà conseguenze inaudite già nell'immediato".
E' quanto scrive in una lettera indirizzata al presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, il presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione, chiedendo un incontro urgente per verificare "le evidenti incongruenze contenute nella norma". "Lo spostamento delle funzioni dalle Province alle Regioni, e ai Comuni - scrive Castiglione elencando i nodi irrisolti- avrà un impatto inaudito che, a nostro parere, è stato del tutto sottostimato. Non sarà possibile per Regioni, Province e Comuni approvare bilanci di previsione per il 2012 realistici, in grado di tenere conto della traslazione delle competenze, con gli effetti immensi di modifica degli assetti contabili".
franco-nicoli-cristianiFRANCO-NICOLI-CRISTIANI
4. MARRA E SCILIPOTI DENUNCIANO MARIO MONTI COME MEMBRO DEL BILDEBERG...
Domani l'Avv. Alfonso Luigi Marra e l'On. Domenico Scilipoti ,accompagnati dalla show-girl Sara Tommasi, renderanno noto alla stampa l' esposto che verrà presentato alla Procura della Repubblica di Roma contro Mario Monti in quanto membro del circolo occulto Bilderberg. L'incontro con la stampa è previsto alle ore 10.00 di domani martedì 13 dicembre presso il Teatro Capranichetta (Montecitorio), piazza Capranica 101.
5. BUSTA CON PROIETTILI ANCHE A MINISTRO SEVERINO... 
(ANSA) - Una busta con proiettili è stata indirizzata anche al ministro della Giustizia Paola Severino. Secondo quanto si è appreso, la busta, al pari di quella inviata al sindaco di Roma Gianni Alemanno, è stata intercettata presso il centro di smistamento delle poste di piazza San Silvestro, a Roma.
6. IN CAMPIDOGLIO BUSTA CON BOSSOLI PER ALEMANNO...
(ANSA) - Una busta con alcuni bossoli è stata recapitata al sindaco di Roma Gianni Alemanno in Campidoglio. Lo si è appreso da ambienti vicino al sindaco.
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7. NICOLI CRISTIANI SI E' DIMESSO DALLA REGIONE...
(ANSA) - Arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti di Brescia, Franco Nicoli Cristiani si è dimesso da vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia e anche da consigliere. La lettera dell'esponente del Pdl, a quanto si è appreso, è arrivata questa mattina negli uffici del Pirellone.
8. DE VILLEPIN SI CANDIDA ALLE PRESIDENZIALI "DIFENDERÒ IL MIO PAESE UMILIATO DAL MERCATO"...
Da "la Repubblica" - Dominique de Villepin si candiderà per la presidenza francese. L´ex primo ministro ha annunciato che intende presentarsi alla corsa per l´Eliseo dell´anno prossimo. Di fatto Villepin si schiera contro il suo nemico giurato, il presidente uscente Nicolas Sarkozy, anche se quest´ultimo non ha dichiarato ufficialmente che intende ripresentarsi. L´ex delfino di Jacques Chirac, che ha fondato il partito Rp, ha proposto un governo di unità nazionale per «il mio Paese umiliato dalla legge del mercato». Secondo gli osservatori, Villepin non è da considerarsi favorito, ma la sua candidatura porterà via consensi a Sarkozy. L´opposizione socialista ha già indicato il suo candidato in François Hollande.