La Missione è quella di creare un'associazione tra la Comunicazione e la Cultura. Spesso questi due ambiti non si incontrano (il comunicatore non fa vera cultura e l'accademico non sa comunicare in modo efficace). Noi vorremmo far incrociare i due binari per portarli a formarne uno unico.

Vorremmo stimolare l'aspetto critico del fruitore, per comunicare cultura e per acculturare la comunicazione.

Questo Blog vuol essere un punto di riferimento per articoli d'informazione giornalistica-scientifico-culturale-economica.

Qui potrete trovare ogni tipo d'informazione e saremo lieti di stimolare un sano e doveroso dibattito per ogni singolo articolo, con il fine d'incrociare nel massimo rispetto di pareri ed opinioni diversi tra loro, per giungere così ad una proposta d'incontro tra i molteplici aspetti di una società multiculturale

venerdì 9 novembre 2012

Progetto White Smile - un sorriso in tempo di crisi

Carissimi Lettori,

un saluto da tutto il nostro Staff. Come ben sapete la crisi economica ci sta imponendo dei ritmi di vita molto faticosi. La rinuncia è divenuta, ormai, un'abitudine e un obbligo per molte famiglie. Dai nostri budget mensili vengono cancellate tutte le spese superflue come viaggi, ristoranti, indumenti; la cosa più sconvolgente è che ultimamente anche le esigenze di prima necessità come le cure mediche, vengono dimezzate se non annullate.

Il nostro Staff, quindi, sta cercando di stipulare delle convenzioni utili per voi lettori, in maniera tale da darvi un po' di respiro e magari dare delle possibilità a costi minori. La prima convenzione è stata stipulata con un centro odontoiatrico, che si è impegnato nel dare servizio ai nostri lettori con prezzi molto ridotti.

La Salute Orale è molto importante e spesso viene presa sottogamba. Possiamo immaginare che di questi tempi, venga messa nel dimenticatoio di ogni famiglia, un po' per necessità e un po' per comodità. Noi abbiamo voluto provare a darvi un aiutino per non trascurare la vostra salute.

In concreto il Progetto White Smile, in collaborazione con l'Associazione Scienza & Vita di Latina e il Centro odontoiatrico Zilia Bonamini Pepoli, concede ai nostri lettori la possibilità di forti sconti, grazie al contenimento dei costi senza gravare sulla qualità dei materiali e delle prestazioni. L'intento di questa iniziativa non è solo l'agevolare economico per le famiglie, ma anche promuovere la corretta prevenzione medica, in questo caso odontoiatrica.

Le malattie del cavo orale colpiscono la stragrande maggioranza della popolazione italiana, sono strettamente legate agli stili di vita (igienici e alimentari) e sono provocate in larga misura da batteri contenuti nella placca dentaria. La mancanza di adeguati interventi di prevenzione porta ad alti valori di prevalenza di carie e di parodontopatie, con perdita precoce di elementi dentari causa di edentulismo (parziale o totale) e di conseguenti disagi funzionali ed estetici.

Le principali malattie dei denti e dei loro tessuti di sostegno sono determinate da condizioni ben individuate e controllabili. La carie dentaria e la malattia parodontale vedono nella placca batterica il principale fattore responsabile; la malocclusione, invece, è frequentemente determinata, o comunque aggravata, dall'abitudine che si protrae oltre tempo a succhiare il dito o il ciuccio, e dalla tendenza del bambino ad assumere atteggiamenti a bocca aperta.

La prevenzione delle malattie dei denti e delle gengive si fonda sull'adozione e la pratica quotidiana di precise norme di comportamento legate a pratiche di igiene orale e igiene alimentare. Inoltre, periodiche visite specialistiche permettono il precoce intercettamento di eventuali processi patologici.

Le visite a cadenza periodica, invece, oltre a creare una consapevolezza del proprio stato di salute, servono a far conoscere i mezzi oggi a disposizione per una buona prevenzione ed a intercettare precocemente eventuali patologie.

Come fare per usufruire delle agevolazioni di questo progetto?
Dovete inviare una email a info@zilia.it o contattare il seguente numero telefonico 06 86200808. Qualificatevi come lettori di Comunicazione & Cultura e chiedete la possibilità di usufruire del Progetto White Smile.

Seguendo vi riportiamo una tabella riassuntiva con i costi per alcune terapie del Progetto:
  • Visita specialistica dei denti,  del cavo orale comprese mucose e lingua, della muscolatura masticatoria: gratuita
  • Ablazione del tartaro con ultrasuoni, trattamento rimineralizzante dei denti con caseina o fluoro: € 30
  • Trattamento sensibilità dei denti  (complessivamente):  € 30
  • Sbiancamento dei denti con lampada: € 60
  • Sigillatura dei molari (per bambini ed adolescenti): € 15
  • Otturazione: € 70
  • Trattamento canalare (endodonzia)  a canale: € 100
  • Protesi fissa in lega (certificata) e porcellana ad elemento: € 450
  • Bite per le parafunzioni (digrignamento notturno): €  350
  • Protesi totale in resina: € 800



EUTANASIA / Cosa succede se il New York Times si schiera con la Chiesa?

da: il Sussidiario


La fatica di Sisifo e quella degli italiani, condannati a rivivere la storia per l’eternità

da: Il Quintuplo - di Eugenio Cipolla


La verità è che la storia è un ciclo continuo. Non ci puoi fare nulla. Passato un determinato lasso di tempo si ripete. E’ un circolo vizioso, un interminabile riproporsi di eventi più o meno negativi. Prendete l’Italia, ad esempio. Dal 1861 a oggi questo paese è stato protagonista di un’involuzione culturale spaventosa. Centocinquanta anni fa siamo partiti con Garibaldi, con la cosiddetta Italia Liberale, con una Monarchia Costituzionale tuttavia discreta, con Crispi, Giolitti, Minghetti, La Marmora, Turati, Sturzo e Gramsci. Personaggi d’altri tempi, politici di alto spessore, protagonisti, nel bene o nel male, di un’Italia che nonostante tutto rappresentava un cantiere in crescendo.

Fino a quello sciagurato anno in cui ci piegammo ai voleri di un omuncolo tanto ambizioso quanto folle. Benito Mussolini arringava la massa con facili promesse, con l’impegno di ripulire un paese letteralmente in crisi, con un voto di fedeltà ai suoi elettori che ricorda tanto quello di chi oggi fa dell’antipolitica il suo punto di forza. Com’è andata a finire è noto a tutti. Nel tentativo di ripristinare una democrazia monca abbiamo creato una dittatura, diramato le leggi razziali, sterminato gli ebrei, negato il libero arbitrio a migliaia di persone, sganciato bombe su civili innocenti, rovinato l’immagine di un paese ricco di fascino e storia, demolendo letteralmente quel palazzo di ideali liberali che avevamo costruito con tanta fatica.

Ma non ci siamo persi d’animo. Nel ’48 siamo ripartiti. Abbiamo riscritto la Costituzione nella speranza di poter ripartire con i più ampi auspici democratici. Così ci siamo affidati ai partiti: Dc, Pci, Psi, Pri, Pli. Sbagliando. Non nel merito, piuttosto nel metodo. Un metodo che ha visto il popolo subalterno ai propri rappresentanti e non viceversa. Un metodo che, negli anni a venire, ha permesso al dualismo Dc-Pci, piuttosto blando e ipocrita, di dominare questo paese per quasi un trentennio. Il peccato originale, che oggi scontiamo, ossia quello del debito pubblico immenso, nasce da qui. Da una gestione allegra delle risorse statali di cui abbiamo goduto tutti, di cui hanno goduto i vostri  nonni, i vostri padri, le vostre madri, i vostri zii, attraverso un clientelismo ufficioso ma mai ufficiale.

Erano i tempi delle vacche grasse. Le ultime  le abbiamo fatte gestire a Bettino Craxi, in comproprietà con quello stesso sistema corrotto che al momento giusto scaricò su di esso tutte le colpe possibili e immaginabili. Caddero tutti, o quasi. Fine della prima Repubblica e tentativo, l’ennesimo, di rinnovare un paese che già allora aveva il proprio intestino in metastasi.

Così giunge il momento di Silvio Berlusconi, della rivoluzione liberale, dell’imprenditore sceso in campo per salvare il paese da una dittatura fin d’allora evidente. Lui è l’uomo nuovo, quello dei video messaggi, degli arredamenti moderni, delle librerie bianche dietro le spalle, delle foto con i figli sugli scaffali. E’ il primo a denunciare il sistema di potere creato dalla sinistra. Scuole, università, televisioni, ministeri, organi di garanzia costituzionale. Persino le cooperative sociali sono in mano loro. Vero? Falso? Verissimo.

Vince, poi perde, poi rivince, poi riperde e, infine, rivince. Si dice che il potere logora chi non ce l’ha. Nel caso di Silvio Berlusconi è l’esatto contrario. Il troppo potere, ahi noi, lo ha logorato. In giro si inizia a raccontare il suo eccesso di autoritarismo, le ingerenze con gli organi d’informazione statali (anche quelli in mano alla sinistra), la poca democrazia all’interno del suo movimento politico, il partito di plastica e chi più ne ha, più ne metta. In parte è vero, in parte no. Sta di fatto che con il tempo l’Italia agli occhi del mondo diventa una dittatura democratica, una di quelle simili alle repubbliche comuniste di Chavez e Putin.

La svolta non c’è nemmeno stavolta. L’uomo che poteva salvare il paese cade, vittima delle sue debolezze, della sua ingenuità, della sua bontà, della sua crudeltà, della spinta negativa di un’opinione pubblica facilmente influenzabile da tutto ciò che sente. Nel frattempo la sinistra mantiene il proprio inestimabile potere socio-politico-giudiziario-mediatico. In soldoni, nonostante non governi con in numeri in Parlamento, ha il paese in mano.

Così per togliersi di mezzo l’uomo debole permettono lo sbarco in politica di un comico, uno di quelli emarginati dal potere politico, un presunto perseguitato, un miliardario, l’ennesimo, che in ciabatte fa proclami su quanto sia povera la gente povera, un altro che promette pulizia in un paese malato terminale di corruzione da circa duemila anni, che urla e arringa le folle, che si arrabbia, si sbraccia, si mostra cattivo di fronte al malcostume dilagante. E’ bravo, molto. Bravo a convincere la gente sulla scia di una disperazione che sembra non avere fine, di una luce in fondo al tunnel ancora spenta, di un governo di banchieri che ha rapinato le famiglie e le imprese.

E’ la storia che si ripete, dunque. E’ il circolo vizioso che si ricomincia a girare da capo. Dall’anno zero, l’anno in cui dovrà cambiare tutto, ma che in realtà di cambiamenti ne vedrà pochi. Gli italiani ci stanno ricascando, affascinati come non mai dall’autoritarismo del singolo, dalla subalternità all’individuo che li dovrà governare, dalle facili promesse, dalla vacuità degli ideali, dalla frivolezze delle proposte. Ecco perché si meritano Grillo, ecco perché sono degni di rivivere da capo ogni singolo attimo negativo. Un po’ come Sisifo che, pensando di essere scaltro, fu condannato a ricominciare da capo la sua scalata ogni maledettisimo giorno senza mai riuscirci.

La spending review si abbatte sugli ospedali: tagliati 7mila posti letto

da: il Giornale


La spending review si abbatte sugli ospedali italiani che perderanno in totale "almeno 7389 posti letto", soprattutto in Emilia Romagna, Lombardia e Lazio, che superano i nuovi standard sia per i letti per acuti (cioè tutti quelli che servono ai ricoveri ad esempio per gli interventi di emergenza o programmati) sia per quelli per le lungodegenze e la riabilitazione e da sole dovranno registrare in totale oltre 6mila posti in meno.

La riorganizzazione della rete ospedaliera, conseguenza dalla revisione della spesa pubblica, prevede infatti che ci siamo al massimo 3,7 posti letto ogni mille abitanti di cui almeno 0,7 riservati alle lungodegenze. Le Regioni che già rispettano questi standard potranno invece aumentare in caso il numero dei posti letto sia inferiore al tetto massimo.

Questo significa che in totale i letti dovranno passare dagli attuali 231.707 a 224.318. A subire la scure saranno soprattutto quelli per le emergenze, che oggi sono 3,23 ogni mille abitanti. Così ci sono Regioni come la Toscana che nel bilanciamento tra i due tipi di assistenza ospedaliera si ritroveranno a poter ampliare addirittura di oltre 1.400 i posti letto a disposizione, mentre Emilia Romagna, Lombardia e Lazio dovranno falciare circa 2mila posti a testa. Per molte Regioni, insomma, si tratterà di riconvertire posti letto che oggi sono dedicati ai ricoveri ordinari per dedicarli invece all’assistenza per le esigenze di pazienti come gli anziani, i malati cronici, o chi ha bisogno di una riabilitazione seguita dalla struttura ospedaliera. 

Il nuovo regolamento messo a punto dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, è stato bocciato dai sindacati: "Nella lotteria dei posti letto da tagliare perdono tutti, medici e cittadini", dice Massimo Cozza, della Cgil medici, mentre l’Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri, lo liquida come un "attacco al diritto alla salute".



Col matrimonio gay facciamo un balzo di 1948 anni. Ma indietro, ai tempi di Nerone

da: Tempi

Chi è contro il matrimonio omosessuale è fermo. Se vogliamo andare avanti dobbiamo invece accogliere questa magnifica novità moderna. Ne siamo proprio sicuri?
Tratto dal blog di Antonio Benvenuti – Stamatina ho avuto un piccolo, minimo esempio di come siamo sottilmente manipolati nell’informazione.



L’annunciatrice del tiggì radiofonico nazionale ha detto che un’iniziativa contro l’omofobia è stata bloccata a causa dell’opposizione di alcuni partiti. Passi avanti invece in America, in quanto un referendum ha introdotto le unioni gay in un paio di stati.

L’avete notato, vero?

Chi è contro il matrimonio omosessuale è fermo. Se vogliamo andare avanti (senza dubbio contro ogni oscurantismo vetero-clericale) dobbiamo invece accogliere questa magnifica novità moderna.

Alla faccia della propaganda subliminale. Tra poco potrei convincermi anch’io che si tratta di una conquista dei nostri tempi. Se non avessi letto questo.

Nerone, già sozzo d’ogni bruttura al di là del lecito e dell’illecito, sembrò non trascurare infamia alcuna per superare se stesso nella corruzione, senonché, pochi giorni dopo, volle, e con tutta la solennità del rituale, sposare uno di quel branco di porci, un certo Pitagora. All’imperatore fu messo il velo da sposa e furono convocati i testimoni augurali; si poterono vedere la dote, il letto consacrato al nume domestico e tutto ciò che, anche con una donna, la notte nasconde.
Tacito, Annali XV 37, 8-9

Il matrimonio però durò poco, dato che Pitagora fu sostituito da tal Sporo; anche lui sposato solennemente, ma a parti invertite. Stavolta Nerone era lo sposo.
Questo avveniva 1948 anni fa. Quanto ancora avanzeremo all’indietro?


Leggi Completo: Matrimonio omosessuale e Nerone | Tempi.it 

Il Cav. fa baruffa con Alfano e poi accetta le primarie. Per adesso


da: il Fogliodi Salvatore Merlo 


Approvato un regolamento (caucus all’italiana), ma Berlusconi sconfessa gli inadeguati e si becca di barzellettiere

Palazzo Grazioli, casa del Cavaliere, interno sera: l’Ufficio di presidenza del Pdl è riunito per ratificare il regolamento delle primarie, c’è Silvio Berlusconi, c’è Angelino Alfano e c’è tutta la corte del ventennio berlusconiano, protagonisti e comprimari, vecchi presidenti di regione ancora in sella ed ex governatori detronizzati, ex ministri, capigruppo, capicordata, sottobosco parlamentare. Ma l’oggetto della riunione, lunghissima, scivola in fondo alla scaletta, sempre più in fondo, appendice di uno psicodramma famigliare e politico che li travolge tutti per diverse ore. Fino alla ratifica finale, faticosa come non mai: le primarie si faranno, all’americana, e anche Berlusconi, perplesso, ultraperplesso, ci sta e minimizza ogni ferita (ma attacca Monti).
Il Cavaliere, non meno stordito dei suoi uomini storditi, lo dice subito, sono le prime parole che pronuncia appena si alza in piedi a parlare: “Fate voi, ma le primarie non mi sembrano una soluzione, ci vorrebbe il Berlusconi del 1994. Purtroppo non c’è più”. Comincia così una battaglia intorno ai fantasmi del passato tra il Cavaliere, il giovane Alfano e quei dirigenti che un tempo lontano furono da lui stesso definiti le “zucche”: il vecchio capo demolisce i candidati alle primarie, tutti, compreso il suo Angelino, dice di averli fatti testare ad Alessandra Ghisleri, dice che “i sondaggi non sono buoni”, “serve gente nuova”, “serve uno choc”, poi ammette però di non avere assi nella manica, ammette di non sapere bene che fare nemmeno lui, ma dice pure che si potrà sopravvivere solo con un’invenzione di marketing funambolico, con un grande gesto di rottura (ma quale?). Ci si aspettava qualche rilievo del presidente, ma forse non così tanto. Alfano a quel punto acquista coraggio, non può deflettere dalla sua posizione malgrado abbia vacillato ascoltando il suo mentore e padrino, sa di giocarsi tutto in quel momento, in pubblico si è già esposto moltissimo e un po’ teme il ridicolo (“non possiamo diventare una barzelletta, ormai le primarie vanno fatte”). D’altra parte il segretario si è consigliato a lungo con i suoi amici prima di varcare la soglia di Palazzo Grazioli, e così al Cavaliere risponde in modo articolato, ma mette pure in fila due frasi taglienti: “O raccolgo la sfida delle primarie o siamo finiti, tutti. Qual è l’alternativa?”, chiede al Cavaliere. “Forse l’alternativa è inseguire qualche gelataio?” – quel Grom che Berlusconi avrebbe voluto, o forse vuole ancora, candidare. “O forse l’alternativa sarebbe quella di inseguire qualche ex presidente di Confindustria che nei sondaggi fa peggio di noi?” (Montezemolo).

Una bozza per sopravvivere

Di fronte a Berlusconi, Alfano dice quello che un po’ tutti pensano nella grande stanza che raccoglie l’ufficio politico del Pdl. E’ finito il carnevale della politica, nessuno crede più alla festa liberale, fatta di canzoni e palcoscenici e detassazione, anche il partito-azienda ha i conti in rosso ora che la poesia ha ceduto il posto alla prosa: adesso bisogna progettare resistenze e lunghe marce, ci vogliono le strutture di servizio, un partito, e una nuova leadership post carismatica, forse meno amabile, certamente più grigia: “Ma non esistono altri Berlusconi all’orizzonte. Non è più il tempo della fantasia in campo, Maradona non gioca più”, al governo adesso c’è un signore che si chiama Mario Monti. “A questo servono le primarie”, dice Alfano: “A sopravvivere”. E così, mentre qualcuno osservando lo spettacolo sussurra impietoso che “deus dementat quos perdere vult”, alla fine il Cavaliere accetta che si facciano le primarie, piega il capo: “Il mio è stato solo uno sfogo”, dice, “occorre andare avanti anche se non sono salvifiche”. E dunque una bozza di regolamento a quel punto viene approvata, in pochi minuti, e non è certo il migliore sistema possibile, non assomiglia neanche un po’ al meccanismo adottato dal Pd, non si vota in un giorno solo ma si vota lungo un intero mese, provincia per provincia: sembra un congresso, gli spiritosi le chiamano già “primarie del caucus” (e non solo perché ricordano il sistema delle primarie americane). E’ finita qui? Forse. Chi ha parlato con Berlusconi dice che in realtà ha pronta la sua lista di imprenditori, che ritiene inutili le primarie, il Pdl “bollito” e “Angelino inadatto a guidare il rinnovamento”. Dal Kenya, dove il Cavaliere ha passato un periodo di vacanza, nei giorni scorsi sarebbero partite decine di telefonate. E ieri ha fatto ancora capolino Gianpiero Samorì, l’avvocato e faccendiere di Modena, figura ancora indecifrabile nel pazzotico universo berlusconiano: “Alfano è inadeguato”, ha detto in un’intervista all’Huffington Post, affettando confidenza e consonanza di idee con Berlusconi (che lo rinnega). Splash?