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giovedì 21 aprile 2011

Oscar Biscet, il dissidente cubano verso il Nobel

di Luca Marcolivio - L'Ottimista


Il 2011 potrebbe diventare l’annus mirabilis per Oscar Elias Biscet. Il dissidente cubano, liberato poco più di un mese fa, ha infatti ricevuto la candidatura al Premio Nobel per la Pace. Mentore della Fondazione Lawton per i diritti umani, Biscet si batte per la democrazia nel suo paese, contro la pena di morte e contro l’aborto. Dal 1999 ad oggi, salvo una breve parentesi nel 2002, la sua vita è trascorsa nelle famigerate carceri cubane. Prima ancora che detenuto e dissidente politico, il medico cubano si è proclamato “prigioniero della coscienza” in quanto difensore di un diritto naturale come l’inviolabilità della vita che sussiste indipendentemente dal diritto positivo.
È stata proprio la sua strenua difesa della vita nascente a collocarlo nella lista nera del regime castrista. Ma Oscar Biscet ha osato di più: ha denunciato la diffusione dell’infanticidio negli ospedali cubani dove molti neonati rifiutati dalle madri (a Cuba l’altissimo tasso di abortività è dovuto anche al triste fenomeno del turismo sessuale) vengono sostanzialmente lasciati morire di fame, senza assistenza medica. Svelando tale abominio alla Convenzione sui diritti del bambino di Ginevra, Biscet parlò testualmente di “genocidio”. Venne sospeso dall’esercizio della professione medica, prima di essere condannato e incarcerato. “Nessuno Stato, nessun governo, nessun giudice può arrogarsi il diritto di dare la morte”, ha dichiarato più volte Biscet dal carcere.
La nomination di Oscar Biscet per il Premio Nobel è stata inoltrata al presidente del Comitato per il Nobel di Oslo, Thorbjørn Jagland, da numerosi soggetti istituzionali europei e nordamericani: tra questi numerosi deputati del parlamento del Canada e del Congresso USA, membri dell’Europarlamento di Strasburgo e della Camera dei Lord Britannica, il primo ministro ungherese Viktor Orban. Quest’ultimo ha elogiato Biscet “uomo coraggioso e dignitoso”, meritevole del Nobel per la sua “instancabile lotta per la libertà e i diritti umani”.
Da parte sua il segretario generale del Partito Popolare Europeo, Antonio Lopez-Isturiz, ha definito Oscar Biscet “una delle più rilevanti e pacifiche voci nella denuncia delle violazioni dei diritti umani a Cuba, con l’obiettivo di un passo in avanti verso la democrazia nel suo paese”.
La petizione firmata da 25 membri del Congresso USA ne loda “il coraggio, la leadership e l’impegno per la non-violenza, nel perseguimento dei diritti umani per tutto il popolo di Cuba, in netto contrasto con gli abusi di potere dell’autoritario regime cubano”.
Durante i suoi dodici anni di prigionia Oscar Biscet è stato lui stesso oggetto di violazioni dei diritti umani, subendo maltrattamenti, sevizie e soprusi di ogni genere. Per molto tempo è stato rinchiuso in una minuscola cella senza finestre, appena in grado di contenere una persona, senza né acqua, né luce, né la possibilità di leggere giornali o comunicare con altri detenuti. In altre occasioni era stato internato in celle collettive, alla presenza di alcuni dei più pericolosi criminali di Cuba.
“Cuba è oggi a un crocevia – conclude la sottoscrizione dei parlamentari di Washington –. Assegnando il Premio Nobel per la Pace al dott. Oscar Biscet Gonzalez, cubano difensore dei diritti umani, dedito senza sosta al cambiamento sociale non-violento, sarà segnato un passo in avanti verso un futuro costruttivo per tutto il popolo di Cuba”.

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