Per sveltire la pratica aveva chiesto 2.500 euro di pizzo. L'uomo è stato colto in flagrante mentre intascava i soldi
ROMA - Lo hanno arrestato proprio mentre intascava, negli uffici della Asl Roma C, la prima tranche di una mazzetta chiesta ad un trapiantato di cuore. In manette è finito C.R., 55 anni, un impiegato dell'Asl nota alle cronache er essere quella in cui lavorava Anna Giuseppina Iannuzzi, la Lady Asl della sanità capitolina. Gli uomini del nucleo operativo dei carabinieri, coordinati dal pm Sergio Colaiocco, sono intervenuti questa mattina: l'arrestato aveva chiesto una tangente sui rimborsi destinati ai pazienti che si sottopongono ad interventi di trapianto.
La vittima, che si era sottoposto ad un trapianto di cuore all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, doveva ricevere dalla sua Asl di appartenenza, così come stabilisce la legge, un rimborso di circa 7.700 euro per le spese dell'intervento. Il funzionario dell'azienda sanitaria, arrestato per il reato di tentata concussione, aveva imposto il pagamento di una mazzetta di circa 2.500 euro dietro la garanzia di un suo «interessamento a sveltire la pratica per il rimborso». Secondo gli inquirenti, che hanno effettuato anche il sequestro di documenti all'interno della Asl, questa era una pratica che andava avanti da anni. Sarebbero, infatti, parecchie decine i casi sotto osservazione: nei prossimi giorni potrebbero essere ascoltati in procura anche i vertici dell'Azienda sanitaria locale.
L'impiegato (quarto livello) arrestato era stato trasferito nell'ufficio "esenzione ticket e cambio del medico" dal primo lulgio 2009, dopo aver risposto a un bando di mobilità interna. «Sono sbigottito di fronte a questi fatti - dice Antonio Paone, attuale manager della Asl RmC - perché come nefrologo ho aiutato decine di persone per i trapianti e conosco bene i loro calvari. Lucrare sui rimborsi mi sembra davvero fuori dal mondo».
La vittima, che si era sottoposto ad un trapianto di cuore all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, doveva ricevere dalla sua Asl di appartenenza, così come stabilisce la legge, un rimborso di circa 7.700 euro per le spese dell'intervento. Il funzionario dell'azienda sanitaria, arrestato per il reato di tentata concussione, aveva imposto il pagamento di una mazzetta di circa 2.500 euro dietro la garanzia di un suo «interessamento a sveltire la pratica per il rimborso». Secondo gli inquirenti, che hanno effettuato anche il sequestro di documenti all'interno della Asl, questa era una pratica che andava avanti da anni. Sarebbero, infatti, parecchie decine i casi sotto osservazione: nei prossimi giorni potrebbero essere ascoltati in procura anche i vertici dell'Azienda sanitaria locale.
L'impiegato (quarto livello) arrestato era stato trasferito nell'ufficio "esenzione ticket e cambio del medico" dal primo lulgio 2009, dopo aver risposto a un bando di mobilità interna. «Sono sbigottito di fronte a questi fatti - dice Antonio Paone, attuale manager della Asl RmC - perché come nefrologo ho aiutato decine di persone per i trapianti e conosco bene i loro calvari. Lucrare sui rimborsi mi sembra davvero fuori dal mondo».
Nessun commento:
Posta un commento