Piazza del Popolo, il maestoso Palazzo dei Capitani e il Forte Malatesta. La città delle Marche è un gioiello scolpito nel travertino, tra stile romanico, gusto rinascimentale e decorazioni barocche. A breve distanza dal mare di San Benedetto del Tronto e dalla costa adriatica, tappa obbligata per i golosi che non rinunciano alla famosa zuppa di pesce e a un cartoccio di olive. All'ascolana
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Partite dal salotto cittadino, la cinquecentesca piazza del Popolo all'incrocio tra cardo e decumano (corso Mazzini e via del Trivio), con la maestosa facciata di Palazzo dei Capitani, lo storico Caffè Meletti in stile liberty (purtroppo chiuso per restauro fino all'estate), amato da Guttuso e da Trilussa, dove assaggiare l'anisetta con la mosca, il distillato all'anice di produzione propria; e ancora, la Chiesa di San Francesco e vari palazzetti a portici e logge.
Via Cino del Duca (il grande editore nato nella vicina Montedinove e sepolto al Père-Lachaise) conduce, costeggiando il Palazzo del Governo (sede di Prefettura e Provincia) con il celebre salone delle feste decorato in chiave mitologica tra il 1907 e il 1908 da Adolfo De Carolis, verso piazza Arringo, la più antica di Ascoli. Qui il Palazzo del Municipio ospita la Pinacoteca Civica. Imperdibile il Piviale di Niccolò IV, rarissimo esempio di opus anglicanum, arricchito di broccato a fili in oro e ornato da tre serie di figurazioni, realizzato nell'Inghilterra meridionale nel XIII secolo e donato dal primo Papa francescano della storia alla propria città nel 1288. Un altro capolavoro è conservato nella Cappella del Sacramento della vicina Cattedrale di Sant'Emidio: il polittico, datato 1473, è firmato del veneto Carlo Crivelli. Se poi volete ammirare le opere di un genio trascurato come Osvaldo Licini (1894-1958), una sorta di Paul Klee marchigiano, basta un salto alla Galleria d'Arte Contemporanea presso il Polo di Sant'Agostino: 60 tra dipinti e disegni, comprese le Amalasunte.
In piazza Arringo valgono una tappa gli scaffali della Gastronomia Migliori, dove si trova il meglio della cucina regionale: il fritto misto all'ascolana, i formaggi, gli oli, il ciauscolo (un salame morbido e spalmabile, aromatizzato con pepe, aglio e limone) e le olive ascolane, verdi, grandi e ripiene di carne di maiale e manzo, parmigiano e aromi.
Ma Ascoli è città preromana - la leggenda la vuole fondata da un gruppo di Sabini guidati da un picchio, uccello sacro a Marte - e offre anche un tuffo nell'antichità. Il Ponte di Cecco, sul torrente Castellano, che porta al Forte Malatesta, nella tradizione popolare è considerato opera del diavolo, realizzato in una sola notte per ordine del poeta e astrologo Cecco d'Ascoli (1269-1327), ma in realtà è di epoca repubblicana, anche se interamente ricostruito dopo la Seconda guerra mondiale. Al periodo augusteo risale invece il Ponte Romano di Solestà, uno dei pochi in Italia visitabili anche al suo interno. Così come il Teatro Romano addossato al Colle dell'Annunziata.
Fuori porta, infine, lungo la Salaria in direzione Roma, si trova l'Albero del Piccioni, un enorme platano di 24 metri menzionato per la prima volta in un documento del 1109. Nel suo tronco cavo, tra un'imboscata e l'altra, si dice si nascondesse anche il brigante antiunitario Giovanni Piccioni, ex priore sotto lo Stato Pontificio, fino all'arresto nel 1863.
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, TUTTO FA BRODETTO
Da Ascoli Piceno basta mezz'ora di macchina per raggiungere la costa marchigiana e godersi, oltre al mare, anche un lato più goloso di questa terra, famosa per le sue olive fritte all'ascolana e per il pesce freschissimo. A farla da padrone qui è il brodetto, la tipica zuppa di pesce preparata in numerose varianti lungo la costa del Medio Adriatico, un piatto povero e popolare, un tempo cucinato con il pesce invenduto perché rovinato dalle reti, o perché troppo piccolo e difficile da diliscare. Così, nelle pentole di coccio e nei tegami di rame, finiva di tutto: seppie, calamari, canocchie, scampi, scorfani, gattucci, rane pescatrici, San Pietro, palombi, sogliole, razze, mazzoline, pannocchie (la locale cicala) e tracine. E poi le spezie, che i marinai portavano a casa da Paesi lontani, gli aromi, le verdure dell'orto, l'aceto, il vino, il pepe e il peperoncino piccante.
Ma come spesso è accaduto nella storia della cultura gastronomica, ciò che ieri era povero, oggi è un piatto ricercato. Così, nella preparazione del brodetto hanno cominciato a cimentarsi gli chef stellati. Come Mauro Uliassi che, nel suo locale di Senigallia, ne propone una versione raffinata servita nel tegame utilizzato per la cottura e accompagnata da pane abbrustolito aromatizzato con l'aglio. Zuppa di pesce da gourmet anche alla Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni che prepara il suo brodetto alla senigalliese da più di 25 anni, tanto che è diventato la ricetta più datata del menu. Per uno shopping d'autore, d'obbligo una sosta alla Salumeria Ittica Anikò dove, tra arredi in legno e acciaio, si comprano filetti di pesce salato, stagionato e affumicato (sgombri, storioni, ricciole, salmoni, cernie e anguille), bresaole di spada e tonno, piatti pronti in scatola come fegato e trippa di coda di rospo, e uova di seppia con pomodoro e zenzero.
Arrivati ad Ancona, alla celebre zuppa, che nella versione locale va preparata con almeno tredici tipi di pesce, si affiancano altri piatti di pesce come i carpacci di ricciola e baccalà, e lo stoccafisso all'anconetana. Prelibatezze da provare ai tavoli di Enopolis, enoteca-ristorante nelle settecentesche cantine di Palazzo Jonas, magari innaffiate da vini locali, classici come il Rosso Piceno (di uve di montepulciano e di sangiovese), o meno noti come la Passerina e il Pecorino.
Ma è a San Benedetto del Tronto che si custodisce la variante più sontuosa, considerata il miglior brodetto dell'Adriatico, e che vanta caratteristiche tutte sue come l'uso di peperoni e di pomodori verdi, l'aceto al posto del vino e il peperoncino piccante invece del pepe. Una mistura che, vuole la leggenda, riuscì a risollevare il morale di Gioacchino Murat appena sconfitto alla Rancia dagli austriaci nel 1815. Non solo. proprio in questa città si tiene Anghiò, il Festival del Pesce Azzurro (quest'anno dal 16 al 19 giugno): quattro giorni eventi e iniziative volti a promuovere questo alimento gustosissimo e salutare - le alici sono ricche di omega-3, gli acidi grassi polinsaturi che svolgono effetti benefici sul cuore e la circolazione abbassando il livello di colesterolo.
Proseguendo verso sud, la preparazione del brodetto diventa più veloce: a Vasto lo si cuoce nella tijelle, una bassa casseruola di coccio incoperchiato, a fuoco vivace per una ventina di minuti. È il piatto forte di Beccaceci a Giulianova, insieme ad altre ricette di pesce, rigorosamente freschissimo, come taglierini al filetto di sogliola, rana pescatrice allo zafferano di Navelli, il guazzetto alla giuliese. Più spartani, ed economici, i piatti della Vecchia Marina di Roseto degli Abruzzi: ambiente rustico e pesce di gran qualità servito grigliato, fritto e in brodetto. Naturalmente.
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