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sabato 25 giugno 2011

Tv e Etica

di: Etica Televisiva

Perché la TV non piace ai giovani? E perché per andare a trovare qualcosa di gustoso bisogna andare a frugare nelle TV "minori"? Rispondere a queste domande è lo scopo della presente raccolta di commenti a spettacoli televisivi degli ultimissimi mesi. 

Certo, la TV generalista deve arginare piuttosto che proporre, e questo è il suo grande limite. Deve evitare orrori, e questo già è tanto, ma in quanto a vere proposte...
 
Dunque dobbiamo imparare a leggere la TV nascosta, grati a chi riesce a salvarci dall'orrore che potrebbe entrare in quella generalista, ma critici verso palinsesti sbilanciati a favore dello sport e a sfavore dell’informazione sui disabili; verso TG che parlano solo di disastri; in cui c’è più spazio  per l’oroscopo e alle previsioni del tempo che  per i bisogni. Ma non lo vedono il mondo che cambia?

Si vedono solo bimbi belli, giovani senza brufoli, anziani arzilli e tanta pubblicità. E anche qualcosa, raro, di vero valore, ma davvero poco, e ancor più poco il racconto di esempi di valore, coraggio, forza. E soprattutto, si vede poco racconto, ma tanti discorsi: la gente non è fatta parlare, ma funziona come pubblico e basta. La verità si spiega da sola, invece sembra che per la nostra TV tutto debba essere spiegato, non  importa da quale pulpito, perché si deve acquisire il plauso. Questo quando va bene, altrimenti bastano gli strilli per far acquisire l'audience, in un meccanismo che travolge anche chi lo fa, pur dotato di professionalità alta e in qualche caso di alto senso etico.

Abbiamo raccolto questi commenti, o “inviti alla lettura” dei singoli programmi, pubblicati su vari quotidiani, scritti proprio con questo metodo: far vedere cosa c’è al fondo, mostrare il vuoto dove c’è il vuoto. Far vedere come si può far buona TV e come invece si potrebbe migliorare.


Un recente documento dell’American Accademy of Pediatrics (pubblicato su Pediatrics nel settembre 2010) mostra tutti i rischi per i minori che vengono dall’abuso di TV. Il documento raccomanda, tra l’altro, di far sparire i massmedia elettronici (TV e PC) dalle camerette dei bimbi e di non oltrepassare le 2 ore davanti a PC e TV. Guardiamoci in casa e domandiamoci: siamo dentro o fuori questi minimi consigli?

Ma sono i bambini gli unici ad essere a rischio per il bombardamento mediatico? Pensiamo noi adulti di essere al sicuro? Non ci rendiamo conto che avendo messo al centro della stanza più importante della casa il televisore come un moderno simulacro, intoccabile e obbligatorio, abbiamo realizzato la profezia di Orwell, che prevedeva un controllo capillare casa per casa da parte del Big Brother? Una ricerca inglese del 2005, riporta Sue Palmer in “Toxic Childhood” ha mostrato che due terzi dei bambini tra due e dodici anni guardano TV senza supervisione. Aggiunge anche che la tv può aiutare i bambini a conoscere altre culture e modi di pensare. Insomma, c’e di che star attenti, ma anche di che trarre buona farina. 

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