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sabato 4 giugno 2011

Il Tesoro Usa esce da Chrysler, Fiat al 52%. Ipo più probabile nel 2012

di: il Sole 24 ore


Fiat conquista la maggioranza della Chrysler: l'azienda torinese e il Tesoro americano hanno annunciato nella notte tra giovedì e venerdì l'accordo per l'uscita di Washington dal capitale Chrysler. Il Lingotto pagherà 500 milioni di dollari per il 6% ancora in mano all'Amministrazione Obama, più altri 75 milioni per le opzioni che il Tesoro deteneva sulla quota Chrysler in mano al Veba, il fondo sanitario gestito dal sindacato Uaw (di questi 75 milioni, 15 vanno al Canada); la spesa totale equivale a circa 400 milioni di euro al cambio attuale.
L'Amministrazione Obama taglia dunque ogni legame economico diretto con la Chrysler, dieci giorni dopo il rimborso da parte del'azienda dei debiti nei confronti di Washington (e del governo canadese), e a meno di due anni dall'uscita di Chrysler dall'amministrazione controllata. L'evento è stato celebrato ieri sera nell'impianto Chrysler di Toledo, Ohio, alla presenza del presidente stesso (si veda l'articolo qui a fianco) e di Sergio Marchionne. L'uscita di scena definitiva del Tesoro libera Chrysler dai vincoli imposti alle aziende che avevano ricevuto aiuti pubblici: dall'obbligo di produrre determinati volumi negli Usa ai tetti alla remunerazione dei manager. Washington conserva invece ancora una quota del 28% nella General Motors, anch'essa salvata nel 2009 dall'intervento pubblico.

Il prezzo pagato da Fiat per il 6% di Chrysler valorizza il 100% dell'azienda Usa 8,33 miliardi di dollari, pari a 5,75 miliardi di euro; il 57% in mano al Lingotto vale quindi circa 3,3 miliardi di euro. Per questa quota Fiat ha pagato cash – compreso l'esborso annunciato ieri e le spese – poco più di 1,3 miliardi di euro; le tecnologie trasferite e l'impegno manageriale dei dirigenti Fiat sono stati dunque valutati 2 miliardi di euro. L'intera Fiat spa capitalizza attualmente poco più di 9 miliardi di euro (le azioni ordinarie hanno guadagnato ieri il 3,6% a 7,355 euro).

Le operazioni annunciate ieri – avverte il Lingotto – saranno completate dopo l'ottenimento delle necessarie autorizzazioni (secondo il Detroit News ci potrebbero volere fino a tre mesi per l'effettivo trasferimento delle azioni). A quel punto Torino avrà il 52% di Chrysler, che salirà entro fine anno al 57% (senza esborsi) con il lancio di un veicolo Chrysler a basso consumo. Resta nel capitale il governo canadese (con l'1,5%) e soprattutto il fondo Veba che manterrà il 41,5 per cento.
Le opzioni sulla quota Veba acquistate da Fiat le danno diritto di percepire i benefici economici della partecipazione eccedenti la soglia di 4,25 miliardi di dollari (più un interesse del 9% annuo dal 1° gennaio 2010): se per esempio il Veba dovesse collocare la quota in Borsa, Fiat incasserebbe tutti i ricavi eccedenti la soglia sopra citata. Fiat ha acquisito inoltre un'opzione call sull'intera quota a quel prezzo, dedotti gli eventuali ricavi realizzati in precedenza dal Veba (il Lingotto dispondeva già di una opzione sul 40% della quota del fondo). Il prezzo di 4,25 miliardi rivalutati per il 41,5% equivale a una valutazione dell'azienda di oltre 11 miliardi di dollari.

Marchionne ha detto ieri che «l'acquisizione dei diritti sulla valorizzazione delle quote Veba è un'ulteriore dimostrazione di quanto crediamo nel futuro della Chrysler». Secondo l'agenzia Reuters il fondo non ha intenzione, per ora, di vendere le sue azioni ma intende anzi conservarle per massimizzare i ricavi, e utilizzerebbe la consulenza del Brock Capital Group. Tra le opzioni sul tavolo, dicono le fonti, ci sono la cessione a Fiat, a un investitore terzo, o sul mercato tramite un'offerta pubblica (Ipo). Quest'ultima, che fino a qualche mese fa sembrava uno snodo inevitabile, è ora invece diventata molto meno rilevante; ieri Marchionne ha detto che l'operazione è «più probabile nel 2012». Fiat potrebbe acquistare la quota del Veba? «Fiat ha le forze necessarie per l'operazione» ha risposto Marchionne, sottolineando che «ci sono 13 miliardi di euro di liquidità a bilancio».

Il presidente della Fiat John Elkann – che giovedì sera ha partecipato a una cena con Obama – ha ribadito ieri la fiducia in Sergio Marchionne e a tutte le persone delle due aziende: «Continueremo a sostenerli per rafforzare questa storica alleanza».

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