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sabato 15 ottobre 2011

Indignati in piazza dall'Asia all'Europa. A Londra fermato Julian Assange

da: Repubblica


Nella capitale britannica Scotland Yard blocca il fondatore di Wikileaks, proibendogli di indossare la maschera simbolo della rivolta. Cinquemila persone radunate a Berlino. Cortei anche a Francoforte, Madrid, Amsterdam e nelle principali città europee. Manifestazioni nelle capitali dell'Estremo oriente, davanti ai palazzi della borsa e delle banche centrali


ROMA - Wellington, Sydney, Tokyo, Manila, Taipei, Hong Kong. La sveglia del movimento degli indignati è suonata inizialmente dall'altra parte del pianeta con le mobilitazioni in Asia e Oceania. Solo alcune delle 951 città di 82 Paesi che hanno espresso la loro adesione alla manifestazione globale di oggi sul sito http://15october.net/ 1.

Asia e Oceania. Nella città australiana quasi duemila persone, tra le quali rappresentanti degli aborigeni, partiti comunisti e organizzazioni sindacali, si sono date appuntamento fuori dalla banca centrale, obiettivo di molte delle contestazioni in tutto il mondo. Più ristretta la partecipazione per le strade di Tokyo dove alcune centinaia di cittadini hanno manifestato contro la gestione della crisi nucleare dopo l'incidente di Fukushima. Cortei anche a Taiwan dove i manifestanti si sono radunati di fronte al grattacielo Taipei 101, sede della borsa, cantando "Noi siamo il 99% di Taiwan", e a Hong Kong, nel distretto finanziario, dove almeno 500 persone si sono riunite per esprimere la propria rabbia contro gli eccessi e le disugualianze del capitalismo dei liberi mercati. Indignati in piazza anche a Manila, dove un piccolo gruppo di manifestanti si è diretto verso l'ambasciata degli Stati Uniti gridando "Abbasso l'imperialismo americano" e "Filippine non in vendita".
 
Europa. Berlino, Francoforte, Londra, Amsterdam e Madrid, sono le piazze principali della protesta europea
oltre a quella di Roma 2. Nella capitale tedesca i manifestanti si sono radunati davanti alla porta di Brandeburgo per dirigersi verso la cancelleria per leggere un manifesto. A Francoforte, oltre seimila persone si sono radunate davanti alla sede della Banca Centrale Europea, mostrando striscioni con scritto "Non svendiamo la democrazia alla Bce" e "Spezziamo la dittatura del capitalismo".
 
A Londra, migliaia di indignati si sono radunati nella City, dove è sceso in piazza anche Julian Assange, che ha arringato la folla 3 con un megafono: "Questo movimento - ha detto- non è per la distruzione della legge, ma per la costruzione della legge". Il fondatore di Wikileaks è stato fermato dalla polizia, che gli ha proibito di indossare la maschera simbolo della protesta 4 degli indignati. Alcuni manifestanti hanno dato vita a tafferugli con la polizia nel tentativo di raggiungere la sede della borsa, obiettivo della contestazione.
 
A Madrid, cinque colonne di persone sono partite dalle zone periferiche della città alla volta della Puerta del Sol, luogo simbolico della protesta spagnola, occupato la scorsa primavera, in cui i manifestanti hanno intenzione di passare la notte tra sabato e domenica. "Il problema è la crisi, ribellati", si leggeva sullo striscione di testa del corteo partito da Leganes, a circa 15 chilometri a sud di Madrid. Su un altro striscione è stato invece rilanciato uno degli slogan preferiti dei manifestanti spagnoli: "Se non ci lasciate sognare, non vi lasceremo dormire".
 
Ad Amsterdam un migliaio di persone si è riunito davanti alla borsa, mentre altrettanti sono scesi in piazza all'Aja. A Zurigo, 500 persone si sono radunate a Paradeplatz, luogo emblematico della finanza svizzera, dove si trovano le sedi dei colossi bancari svizzeri Ubs e Credit Suisse.

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