Per tutta la durata del centocinquantenario dell’Unità, il quotidiano La Stampa ha meritoriamente tenuto una rubrica giornaliera a cura di Maurizio Lupo: «Accadeva il…». Nella puntata dedicata al 29 agosto 1861 si parla di un paio di scaramucce combattute tra l’esercito italiano e i pontifici.
Questi ultimi sono ancora fiancheggiati dai francesi, ma Napoleone III ha lasciato intendere al governo italiano che ormai presidia malvolentieri Roma e che «valuterà con benevolenza» gli interessi italiani. Infatti, com’è noto, il contingente francese abbandonerà il papa allo scoppio della disastrosa guerra franco-prussiana, che costerà il trono a Napoleone III. Già da anni il veggente di La Salette, Maximin Giraud, aveva avvisato il b. Pio IX di «non fidarsi» dell’ex carbonaro autoproclamatosi imperatore. Ma il papa non aveva alternative. Torniamo alle scaramucce del 1861.
Il governo italiano, che intendeva saggiare la capacità di reazione dei franco-papalini, diede ordine a reparti dell’esercito di sconfinare. I tentativi furono due. Uno fallì subito. L’altro si svolse a Epitaffio, piccola postazione alla frontiera tenuta non da soldati ma da gendarmi pontifici. Cinquanta bersaglieri sbarcano, subito seguiti da altri. Un totale presumibile di un centinaio di uomini. Riunitisi, attaccano una torre d’avvistamento presidiata da sei (6) gendarmi. Questi ultimi tengono testa per un’ora al fuoco nemico, in attesa dei rinforzi. Quando questi giungono, i bersaglieri sono costretti a ritirarsi con quattro (4) feriti. Neanche un graffio i sei (6) gendarmi. Che, ripetiamo, hanno tenuto testa per un’ora intera a un battaglione e inflitto perdite.
Questi ultimi sono ancora fiancheggiati dai francesi, ma Napoleone III ha lasciato intendere al governo italiano che ormai presidia malvolentieri Roma e che «valuterà con benevolenza» gli interessi italiani. Infatti, com’è noto, il contingente francese abbandonerà il papa allo scoppio della disastrosa guerra franco-prussiana, che costerà il trono a Napoleone III. Già da anni il veggente di La Salette, Maximin Giraud, aveva avvisato il b. Pio IX di «non fidarsi» dell’ex carbonaro autoproclamatosi imperatore. Ma il papa non aveva alternative. Torniamo alle scaramucce del 1861.
Il governo italiano, che intendeva saggiare la capacità di reazione dei franco-papalini, diede ordine a reparti dell’esercito di sconfinare. I tentativi furono due. Uno fallì subito. L’altro si svolse a Epitaffio, piccola postazione alla frontiera tenuta non da soldati ma da gendarmi pontifici. Cinquanta bersaglieri sbarcano, subito seguiti da altri. Un totale presumibile di un centinaio di uomini. Riunitisi, attaccano una torre d’avvistamento presidiata da sei (6) gendarmi. Questi ultimi tengono testa per un’ora al fuoco nemico, in attesa dei rinforzi. Quando questi giungono, i bersaglieri sono costretti a ritirarsi con quattro (4) feriti. Neanche un graffio i sei (6) gendarmi. Che, ripetiamo, hanno tenuto testa per un’ora intera a un battaglione e inflitto perdite.
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