La PNL (Programmazione neuro linguistica) viene presentata al mondo nel 1975 ma già precedentemente vi erano stati altri studiosi della condizione e comunicazione della mente umana. Negli anni ’50, per esempio ci fu Maxwell Maltz, chirurgo estetico che si rese conto del fatto che molti dei suoi pazienti, una volta effettuata l’operazione chirurgica, rimanevano intrappolati in visioni negative (incidenti stradali, etc.). Si guardavano allo specchio e non riuscivano a venire fuori da uno stato di depressione. Maltz quindi cominciò a studiare quale fosse la differenza tra realtà e immaginazione ed inventò la Psico-cibernetica. L’elemento chiave della scienza inventata da Maltz è che la mente non distingue tra realtà reale e realtà immaginata. Se tu proponi continuamente ad una persona la realtà immaginata (vedi televisione, ai giorni nostri) tenderà a formarsi un’idea della realtà rispetto a quella immagine.
Arrivando alla PNL, bisogna dire che il suo sviluppo, si fonda molto sugli studi dell’autore sopracitato e di tanti altri ma soprattutto sulle teorie di Milton Erickson. Erickson è stato uno dei più grandi ipnoterapisti del ’900. Riusciva a risolvere casi clinici in tempi brevissimi, aiutando a superare le fobie dei pazienti anche in dieci minuti. La sua ipnosi, non si basava sul classico pendolo bensì sul linguaggio. Egli parlava in un certo modo e il paziente, senza accorgersene, entrava in ipnosi. Una volta entrato in ipnosi, Erickson gli cambiava la percezione di quella determinata fobia e lo “riprogrammava”.
Richard Bandler e John Grinder, co-fondatori della PNL, si resero conto che era necessario che studiassero proprio il lavoro di Milton Erickson, come anche quello di Virginia SATIR(psicologa e psicoterapeuta) e Moshe Feldenkreise. Ciò che scoprirono Bandler e Grinder, fu sostanzialmente un concetto chiave: la mente umana si programma con il linguaggio e con i contenuti ed i significati del linguaggio. Se voi ascoltate parlare un cinese, a meno che non conosciate la sua lingua, sicuramente quel linguaggio non vi programmerà mai perché non ne afferrate i contenuti.
La denominazione di “Programmazione neuro linguistica” deriva dal fatto che si basa proprio sul linguaggio.
Il linguaggio quindi è fondamentale sia per programmare la mente ma anche per istillargli dei modelli, dei modelli del mondo, della realtà.
Questi modelli vengono creati attraverso dei canali percettivi: canale uditivo (i suoni, le parole), visivo (le immagini) e cinestesico (le emozioni, canale sensoriale). Gli ideatori della PNL scoprirono poi un’altra cosa straordinaria: quando a un paziente gli si ponevano un certo tipo di domande, i suoi occhi si muovevano in sei direzioni differenti.
Esempio: che cosa ti ricordi di tua madre quando avevi cinque anni? Una persona istintivamente sarà portata a direzionare gli occhi in alto a destra, dove era stata identificata la memoria visiva ricordata (antica).
Altro esempio: cosa ti diceva tuo padre quando ti portava a pesca? Istintivamente si rivolgeranno gli occhi verso destra (ricordo uditivo, rievocare suoni).
Cosa provasti quando la tua ragazza ti lasciò? Gli occhi, in questo caso sono rivolti in basso a destra, dove si trova la memoria cinestesica (memoria sensoriale, relazionata con le emozioni).
In alto viene individuata anche la memoria relativa al piacere (Com’era quel dolce che ti hanno offerto poco fa?Risposta, alzando gli occhi in alto: non puoi capire, era buonissimo!).
Bandler e Grinder capirono dunque che nel cervello vi erano delle memorie, degli hard disk e l’occhio punta verso uno di questi hard disk proprio come il puntatore di un mouse.
Il paziente quindi, quando formulava una risposta, gli mostrava inconsciamente da quale “hard disk” andava a reperire le informazioni e loro sapevano così quale parte del cervello dovevano riprogrammare.
Una persona che mentre parla, rivolge occhi in basso a sinistra e la testa semplicemente verso il basso, sta effettuando un “dialogo interiore” cioè non sta parlando con te ma a se stesso, sta sovraparlando a se stesso. Mentre se il soggetto non parla ma mantiene gli occhi nella stessa direzione, lui sta cercando una sorta di giustificazione a se stesso, sta usando la sua “radio interna”.
Altro elemento fondamentale della PNL è l’associazione tra informazione e fisicità. Se io dico: “per me è importante un grande sforzo per risolvere questo problema” e allargo le mani su “grande”, rendo l’informazione più potente e tende quindi a creare un’associazione neuro linguistica.
La PNL quindi è uguale a ipnosi ed usare oggi l’ipnosi significa usare PNL.
Gli studiosi che si sono approcciati a questa scienza, sono concordi sul fatto che noi siamo costantemente sotto ipnosi perché costantemente ci auto condizioniamo, ci auto programmiamo.
Continuiamo il nostro “viaggio” all’interno dei meandri di questa scienza con la generalizzazione, un qualcosa che inconsciamente appartiene al nostro linguaggio e che noi utilizziamo spesso: “Tutti sanno che è così” (Tutti chi? Sanno cosa? Così che?). L’interlocutore, non avendo informazioni attinenti, le andrà a ricercare nei propri “archivi” per prendere la propria realtà, identificandosi nella frase. Il concetto espresso è talmente generico che per un attimo si entra in ipnosi.
Molto spesso ci auto convinciamo anche di un qualcosa che sappiamo essere non vero semplicemente per metterci in contrapposizione a qualcuno (vedi rapporto genitori-figli).
Andando avanti con l’analisi dei punti chiave della PNL, troviamo l’ancoraggio ai valori. Per ancoraggio si intende il bloccare un’informazione in uno degli “hard disk” in maniera efficace, “bloccandola”.
Un’ancora può essere rappresentata in un leader politico che, a pochi giorni dalle elezioni, strappa durante un comizio il programma del suo principale sfidante. Il gesto dello strappo, simboleggia un’associazione neuro-fisica/visiva ed è andato a creare un ancoraggio. Un gesto eclatante che nella mente di questi ipotetici elettori è risuonato come una sorta di disprezzo per le idee propugnate dalla fazione politica opposta, come un “questa è la fine che merita un programma del genere” e “lui è l’unico che ha il coraggio di fare una cosa del genere e forse non ha tutti i torti”.
Che ruolo hanno oggi tecniche di informazione molto potenti (al primo posto la PNL) nell’informazione moderna? Sicuramente un ruolo fondamentale perché negli ultimi venti/trent’anni hanno agito per programmare la formazione dell’opinione pubblica.
L’informazione quindi è stata mirata e manipolata per programmare una visione della realtà. Lo slogan chiave della PNL è: “la mappa non è il territorio”. Per raggiungere un luogo che non si conosce, di solito si utilizza una mappa, no? La mappa però è la rappresentazione del territorio. Non è il territorio. La mappa ti può più o meno guidare, ma ci può essere la possibilità che quando giungi in quel determinato luogo, non trovi i punti di riferimento indicati sulla tua “guida”. Ciò vuol dire quindi che la realtà immaginata (la mappa) non è la realtà reale (territorio).
I grandi comunicatori puntano proprio su questo: indurre una mappa, una rappresentazione della realtà che più viene ripetuta, e più si rafforza, si consolida nella mente di chi la recepisce.
La maggior parte delle persone quando comunica non sa affatto cosa sta facendo. Lo fa automaticamente. E sono anche bravi a farlo, senza sapere come fanno a farlo. Quello che ho appena scritto è una frase con molte privazioni di “indici referenziali“. E’ una tecnica molto usata nel linguaggio ipnotico e – soprattutto – pubblicitario. Vediamo nel dettaglio la frase che ho appena scritto:
• La maggior parte delle persone quando comunica: quali persone? che cosa comunicano? C’è un’omissione di riferimento.
• …non sa affatto cosa sta facendo: cosa fanno? cosa devono sapere? Altra omissione.
• … Lo fa automaticamente: cosa? Ulteriore omissione.
• .. E sono anche bravi a farlo, senza sapere come fanno a farlo: sono bravi in che? cosa non sanno? come sanno di non saperlo fare? Tre omissioni.
Come vedete, ci sono molte “negazioni” e “generalizzazioni” (esempio: la maggior parte delle persone…). In questo modo, la maggior parte delle persone si può riconoscere in quello che dico, attingendo dal proprio bagaglio di memoria.
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