di: al Volante
Gli apparecchi che multano chi passa col semaforo rosso, anche se difettosi, non possono essere sequestrati: lo ha stabilito la Cassazione.
NON C’È FRODE - Magari sono difettosi e multano anche chi è in regola, ma i T-Red (gli apparecchi che sanzionano chi passa col semaforo rosso) non vengono utilizzati dai comuni per fare cassa ai danni degli automobilisti in modo illecito; e quindi non possono essere soggetti a sequestro. Così si è pronunciata la Cassazione con sentenza 5317, depositata pochi giorni fa. In breve, anche se la durata della luce gialla del semaforo non era adeguata (eventualità da dimostrare), non si configurava il dolo da parte dei comuni.
DA VERONA - Tutto era nato nel 2008, quando la procura di Verona aveva fatto scattare una serie di sequestri di T-Red al Nord: il sospetto dei giudici era che il dispositivo, incorso in numerosi errori, facesse multe illecite. Cioè fosse installato dagli enti locali non per migliorare la sicurezza stradale, ma semplicemente per incassare soldi. Sulla questione si era espresso anche il consiglio superiore dei Lavori pubblici, che aveva inviato un parere al ministero dei Trasporti: T-Red in regola. Secondo l’accusa, gli errori delle macchinette elettroniche erano dovuti a una scheda relè difettosa, impiegata per trasmettere il segnale del semaforo alle telecamere di ripresa. In realtà, secondo la Cassazione (che ha ripreso il parere del consiglio superiore dei Lavori pubblici), la scheda relè è solo un accessorio che non ha bisogno di controllo per ottenere l’approvazione del T-Red.
RICORSI A RISCHIO - Si fa sempre più dura che per chi ha fatto ricorso contro le multe date dai T-Red (160 euro circa, incluse le spese di notifica a casa, e taglio di sei punti-patente): si parla di circa 60 milioni di euro di sanzioni da parte di 400 comuni sparsi in tutta Italia in quattro anni circa. Ogni caso fa storia a sé, ma i giudici di pace terranno conto della sentenza della Cassazione.
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